LA LOTTA AI TUMORI SCENDE IN PIAZZA

Ha fatto tappa a Brescia il “Festival della prevenzione e innovazione in oncologia”: un pullman, è stato allestito per tre giorni in Largo Formentone dove gli oncologi dell’AIOM (Associazione Italiana di Oncologia Medica) hanno dato consigli e informazioni sulla prevenzione, sull’innovazione terapeutica e sui progressi nella ricerca in campo oncologico. L’obiettivo è portare ai cittadini un messaggio fondamentale: il cancro non va più considerato un male incurabile e contro questa malattia si deve giocare d’anticipo. “Lanciamo, sul modello dei festival della letteratura, il primo ‘Festival della prevenzione e innovazione in oncologia’ per spiegare agli italiani il nuovo corso dell’oncologia, che spazia dai corretti stili di vita, agli screening, alle armi innovative come l’immuno-oncologia e le terapie a bersaglio molecolare, fino alla riabilitazione, al reinserimento nel mondo del lavoro e al ritorno alla vita – spiega il prof. Carmine Pinto, presidente nazionale AIOM -. Grazie alla diagnosi precoce e alle nuove armi il 60% dei pazienti sconfigge la malattia, percentuale che raggiunge il 70% nelle neoplasie più frequenti”. La manifestazione itinerante, resa possibile grazie al sostegno di Bristol-Myers Squibb, tocca 16 città con eventi che dureranno tre giorni. In Italia nel 2016 sono stati stimati 365.800 nuovi casi di tumore (189.600 negli uomini e 176.200 nelle donne), in Lombardia 62.900 (32.600 uomini, 30.300 donne). A Brescia ogni anno si registrano più di 6.400 nuove diagnosi. In Lombardia oggi vivono circa 564.720 persone dopo la diagnosi di tumore e quasi due terzi possono affermare di essersi lasciati alle spalle la malattia. “Resta ancora molto da fare sul piano della prevenzione – sottolinea il prof. Alberto Zaniboni, Responsabile Oncologia Medica alla Fondazione Poliambulanza di Brescia - se pensiamo che l’Italia destina solo il 4,2% della spesa sanitaria totale a queste attività, collocandosi negli ultimi posti per investimenti in prevenzione fra i 34 Paesi che fanno parte dell’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OECD)”. Molti studi hanno dimostrato che il 40% dei tumori può essere evitato con uno stile di vita sano (no al fumo, attività fisica costante e dieta corretta), ma pochi italiani seguono queste regole. Anche a Brescia emergono dati preoccupanti (Rapporto 2016 sulle attività di prevenzione e promozione della salute dell’ATS di Brescia): i fumatori sono il 19,4% della popolazione (gli ex fumatori il 13,0%), il 36,4% dei cittadini è completamente sedentario, il 32,3% è in sovrappeso e il 15,4% obeso. Oltre ai nuovi trattamenti, anche la diagnosi precoce grazie agli screening svolge un ruolo fondamentale nel miglioramento delle percentuali di guarigione. “Ogni anno a Brescia vengono identificati con lo screening mammografico circa 230 nuovi casi di tumori del seno – continua il prof. Alfredo Berruti, Direttore Oncologia agli Spedali Civili di Brescia -. La mortalità per questa neoplasia nella provincia è rimasta sostanzialmente stabile fino al 2010. Negli ultimi anni, invece, si è registrata una significativa diminuzione (-14%) determinata dal netto calo (-25%) dei tassi nella fascia d’età tra i 50-75 anni, proprio quella oggetto di screening. La mortalità nelle donne over 75 invece è rimasta stabile”. A Brescia, nel 2015, il 65% delle donne ha eseguito la mammografia, fondamentale per la diagnosi precoce del tumore del seno (55% Italia), e il 55-56% ha eseguito il Pap test per la diagnosi iniziale del carcinoma della cervice uterina (39,8% Italia). Nella città l’adesione al test per la ricerca del sangue occulto nelle feci per individuare in fase precoce il cancro del colon retto è compresa fra il 55 e il 60% (anno 2015), superiore come negli altri due programmi alla media nazionale (43%).

Commenti

Nessun commento è stato ancora pubblicato.
Condividi la tua opinione qui sotto!

Lascia un commento

* Tutti i campi contrassegnati sono obbligatori