GIUSTIZIA PER NICOLA GHEZA

Il giudice Giovanni Pagliuca ha disposto l’imputazione coatta nei confronti del 75enne che il 5 dicembre 2015 investì e uccise Nicola Gheza, diciannovenne di Esine. L'incidente era accaduto attorno alle 20.00 sulla strada provinciale 8, all'altezza dello svincolo nord per Esine: per chi proviene da sud, passato il lungo rettilineo che scavalca anche il torrente Grigna, la strada effettua un'ampia curva verso destro per dirigersi verso Berzo Inferiore. Al centro di quella curva vi è il bivio, ben segnalato sia con segnaletica verticale che orizzontale. A quell'ora Nicola Gheza si stava immettendo con la sua moto da trial sulla provinciale quando una Mercedes, condotta da un 75enne del posto, lo ha falciato: il ragazzo è stato sbalzato da sella ad una decina di metri di distanza. I soccorsi, giunti tempestivamente dal vicino Ospedale di Esine, non sono riusciti a salvargli la vita: Nicola morirà poco dopo l'arrivo al Pronto Soccorso. Inizialmente si era ipotizzato un mancato rispetto della precedenza da parte del ragazzo. Ma i genitori di Nicola hanno raccolto alcune testimonianze, due in particolare, che si rivelano determinanti su quanto accaduto in quella terribile sera. Si tratterebbe di persone che hanno visto sopraggiungere l'auto la cui velocità non era bassa. Secondo i testimoni, l'auto avrebbe tagliato la curva all'altezza dell’incrocio e colpito la moto quando questa era già nella corsia d’immissione. I genitori di Nicola, attraverso il loro legale, si rivolgono ad una società specializzata nella valutazione delle responsabilità che conferisce l'incarico all’ingegnere Alberto Mariani, che ricostruisce la dinamica affermando che l'auto stava viaggiando a una velocità stimata in 94 chilometri allora in un tratto dove il limite di velocità è di 50 chilometri orari. La moto, inoltre sarebbe stata colpita quando stava per terminare l'immissione sulla Provinciale. Inizialmente il pm Mauro Leo Tenaglia aveva avanzato una prima richiesta d'archiviazione, ma l'opposizione da parte del legale della famiglia, basata sulla consulenza, ha fatto sì che da parte del gip Pagliuca venissero restituiti gli atti al pm per un approfondimento tecnico. Per questioni che dovrebbero risultare legate alla segnaletica il pm ha chiesto nuovamente l'archiviazione, la cui nuova opposizione all'archiviazione è stata discussa il 14 giugno. Per il giudice Giovanni Pagliuca c'è un concorso di colpa della vittima, ma il conducente dell'auto non avrebbe adottato le opportune misure prudenziali. Per questo ha deciso il rinvio a giudizio coatto. Ciò non significa giudizio di colpevolezza ma necessità di stabilire ulteriore ricerca di verità.

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