TINA E' TORNATA A CASA

E' tornata questo lunedì pomeriggio a Zazza di Malonno, in via don Picelli, nella casa che Santina Villani, per tutti Tina, abitava con il marito Germano Bortolo, la salma della 53enne originaria di Magenta ma ormai trapiantata in Valle Camonica vittima questa domenica pomeriggio di un tragico schianto lungo la statale 42 sul tiro di Sonico poco dopo Malonno. Resta, invece, agli arresti domiciliari – l'udienza di convalida è fissata per questo martedì alle 10 – il 26enne ucraino arrestato per omicidio colposo poche ore dopo lo scontro. Nonostante non fosse positivo all'esame tossicologico il magistrato che segue la vicenda – Katy Bressanelli – ha deciso per il fermo del giovane. Ha probabilmente ravisato una condotta di guida colposa. Intanto la comunità di Malonno, ma anche quella di Edolo dove abitano la figlia ed i nipotini e tutta l'alta Valle Camonica si è stretta attorno alla famiglia di Tina. Lei ed il marito erano molto conosciuti e ben voluti in paese. La tragedia che le è costata la vita ha destato vivo scalpore. Tina, questa domenica nel primo pomeriggio stava raggiungendo l'abitazione della figlia. Lei ed i nipotini, infatti, non avevano potuto pranzare dai nonni. Il più piccolo non stava bene e la nonna, per permettere ai genitori di accompagnare a calcio il fratello maggiore si era offerta di tenergli compagnia. Nella casa di Edolo, però nonna Tina non è mai arrivata. Era a metà strada fra la sua casa e quella della figlia quando, improvvisamente, un'Audi impazzita dopo una probabile uscita di strada – forse a causarla l'alta velocità a cui si è aggiunto il manto d'asfalto reso viscido dalla pioggia – ha centrato in pieno la sua Panda e non le ha lasciato scampo. La berlina ha trascinato l'utilitaria, dopo il violento impatto, per qualche decina di metri, poi si è fermata tra il guard rail e la Panda ormai accartocciata con Tina imprigionata dentro le lamiere priva di conoscenza. Una telefonata ha messo in moto i soccorsi. I due giovani sulla Audi A 4, oltre al 26enne alla guida suo fratello 18enne hanno riportato solo lievi contusioni e mentre i sanitari tentavano in tutti i modi di strappare la donna alla morte, sono stati accompagnati all'ospedale di Esine. Per Tina, invece, nonostante l'intervento dei sanitari e dell'equipe del 118 a bordo dell'elisoccorso di Brescia non c'è stato nulla da fare. E' spirata poco dopo sull'ambulanza dove era stata caricata per ripararla della pioggia durante le operazioni di rianimazione. L'elicottero se ne è andato vuoto, il corpo della donna, in attesa del nullaosta per la sepoltura è stato trasferito nella sala mortuaria dell'ospedale di Edolo. In posto due ambulanze, quella di Camunia Soccorso e quella del nosocomio dell'alta Valle, i vigili del fuoco volontari di Edolo, che hanno estratto la donna dalle lamiere contorte della Panda e poi messo in sicurezza la zona, i carabinieri dell'Aliquota radiomobile della compagnia di Breno, i colleghi della stazione di Cedegolo che hanno effettuati i rilievi di legge e poi ricostruito la dinamica del sinistro e fornito al magistrato di turno gli elementi per far scattare il fermo del ragazzo. L'accusa è omicidio stradale. Sul luogo dell'incidente è arrivato anche il marito della donna, insospettito per il ritardo segnalatogli dalla figlia e il silenzio nonostante le ripetute chiamate sul cellulare. I piangere Tina oltre a Germano, la figlia Tamara con Andrea ed i piccoli Tommaso e Leonardo, la mamma Anna e la suocera.

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