L'ANCE INCONTRA I COSTRUTTORI CAMUNI

Problemi vecchi e ormai incistati e problematiche nuove che si sperava di non avere affrontare: due grandi pilastri della difficoltà nella quale si dibatte oggi tutto il settore dell'edilizia, con una punta particolarmente acuta e difficile nelle vallate alpine, tra cui la Vallecamonica. E' stato detto e ribadito in occasione dell'incontro che l'Ance Brescia ha tenuto con gli imprenditori camuni del settore delle costruzioni, sia tradizionali che alternative, quali le nuove tecnologie, la bioedilizia, l'abitare green. Invitati alla riunione e ospiti della Sala congressi della Scuola Cattolica di Capo di Ponte presso la Fondazione Annunciata Cocchetti di Cemmo, i costruttori della Vallecamonica hanno ascoltato con attenzione le relazioni del Presidente bresciano Tiziano Pavoni che ha evidenziato la presenza attiva di Ance Brescia e la nuova interessante stagione vissuta dalla filiera casa, sempre più caratterizzata da innovazione, impiego di nuovi materiali e valorizzazione di figure preparate e competenti. La Vallecamonica ha aperto il ciclo di serate di approfondimento sui vari temi che caratterizzano l’attività delle imprese di costruzione, ai quali si aggiungono gli aspetti di particolare rilevanza territoriale per le singole zone: Vallecamonica con Capo di Ponte; Valtrompia, Brescia e Cintura cittadina con Concesio; Sebino e Pianura occidentale con Rovato; Valsabbia e Garda con Gavardo; Bassa Bresciana con Leno. A Capo di Ponte si è parlato anche delle roboanti promesse di cifre iperboliche per lavori pubblici spesso frutto di progetti faraonici e irrealizzabili (come i tanto ventilati e vani trafori tra Vallecamonica e il nord-Europa), alle quali Ance risponde chiedendo maggior concretezza: poche cose, a costi sostenibili ed evidenti, con certezza di pagamento e filiera ridotta al minimo, abbattimento di burocrazie ammazza-imprese e programma pluriennale di ampio respiro che parta però da subito. Di particolare interesse è poi parsa la proposta, già emersa in Vallecamonica nei vari episodi di dissesto idrogeologico, di procedere ad un piano di intervento almeno ventennale, con opere di difesa in grado di dare sicurezza al territorio, occupando tutte le imprese del settore. L'incontro di Capo di Ponte è servito come primo orientamento per le scelte strategiche operative dell’associazione nel breve e medio periodo.

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