GRANDI EMOZIONI AL CURO'
Il Rifugio Antonio Curò in alta Val Seriana, il secondo rifugio storico costruito dal Cai di Bergamo nel 1886, dopo quello di Cà Brunone, è una delle mete più frequentate dai turisti della montagna e particolarmente in questa estate sta conoscendo un successo crescente di frequentatori, grazie al richiamo delle cascate del Serio, del lago Barbellino, dei grandi anelli dell'alta via delle Orobie e soprattutto per l'ottima gestione di alto livello che sa dare ai frequentatori il meglio del rifugio di montagna. Lasciata l'auto a Valbondione con un buon passo e lungo una strada agrosilvopastorale e quindi una bella mulattiera, che consente si spaziare sulle alte Orobie, si raggiunge il Rifugio in poco più di due ore, dopo un lungo traverso, ben curato e sicuro, a sbalzo sulla valle. L'estate 2020 verrà ricordata anche per il numero crescente di frequentatori, tra cui molti che salgono qui per la prima volta: tra essi molti giovani. Chi va per rifugi, soprattutto per chi ci va a piedi, sa che la cucina dell'alta montagna sempre molto speciale, riserva belle sorprese per tutti i palati: ecco allora il piatto più gettonato, il famoso “Pitto del Curò”, assieme a tanti altri, tra cui fanno ottima figura i casoncelli con piccoli segreti tipici locali. Le misure di sicurezza anticovid, seguite con attenzione, non hanno limitato la frequentazione della montagna: anzi, sembra che ci sia una sorta di sfida a riprendersi la natura pur con le precauzioni indispensabili, tra cui ilo distanziamento sociale, le mascherine, i liquidi igienizzanti e la riduzione dei posti disponibili. Il Curò rimarrà aperto tutti i giorni fino al primo di ottobre; quindi sarà aperto nei fine settimana fino al 7 novembre.
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