L'ASST, “GUARDIAMO AL FUTURO”

La direzione dell'ASST di Valle Camonica, conosce molto bene, da tempo, la carenza di organico cui gli ospedali camuni come gli altri, devono fare i conti e concorda con i sindacati quanto esprimono vicinanza e preoccupazione ai lavoratori. La soluzione più immediata è stata pensata da tempo, e consiste nell'attivazione di ambulatori capaci di abbattere le liste di attesa, ma per questo servono medici specialisti come pediatri e cardiologi, e non è così facile trovarli in Valle Camonica. Ed è per questo che la soluzione anche a questo problema, è un altra, e sta proprio nella riforma sanitaria. La carenza di organico, che all'ASST della Vacamonica sarebbe attorno al 10%, è dovuta a fatturi ormai fisiologici del sistema sanitario regionale. I capitoli di spesa degli ospedali infatti sono improntati sulle dotazioni di organico che le strutture contavano al momento della finanziara di 2004 e non hanno negli anni permesso di fare fronte al turn over per cui ogni due persone che andavano via, per pensionamenti o altro, solo una ne veniva assunta. Ed è proprio questo il problema strutturale che la riforma sanitaria vuole andare a risolvere una volta messa a regime, alleggerendo il carico di lavoro degli ospedali, attivando una rete territoriale di presa in carico di paziente che coinvolge anche medici di base, farmacie, RSA e ottimizzando la spesa sanitaria, così da recuperare risorse per i capitoli di spesa che lo necessitano. Per fare fronte ai problemi di oggi quindi, dovuti in gran parte alla riduzione da parte dello Stato, dei finanziamenti per il servizio sanitario, l'ASST cerca soluzioni nell'immediato accanto ai sindacati, per tutelare i lavoratori, ma è soprattutto nel futuro che guarda, per evitare che gli stessi problemi si possano ripresentare all'infinito. Una conseguenza della riforma sanitaria, dove il cittadino trova assistenza nella rete di servizi offerta dal territorio in stretto contatto con l'ospedale, è proprio una maggiore vicinanza tra sanità e paziente e quindi una valorizzazione dei piccoli o medi ospedali proprio come quelli di montagna.

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