GLI EX-INTERNATI RISCRIVONO LA STORIA

Battista Giacomelli, di Bienno, deportato in Germania dal '43 al '44, Paolo Cominotti di Cividate Camuno, deportato negli stessi anni, Pietro Gheza di Darfo, internato a St. Pölten vicino a Vienna e costretto al lavoro forzato, Giovanni Benedetti di Esine, internato in Germania, Giovanni Pessognelli e Pietro Melotti di Losine, Pietro Bignotti di Piamborno, deportato a Linz-Doanu e Aldo Zaina di Sonico: sono gli 8 camuni, sui 28 bresciani, che hanno ricevuto la medaglia d'onore per essere stati italiani che hanno vissuto il dramma dell'internamento nei lager nazisti dopo l'8 settembre 1943 e fino all'indomani del 25 aprile 1945. Si tratta di un grande risultato ottenuto dalla ricostruita Associazione Nazionale Ex Internati che ha usato tutti gli strumenti previsti dalle legge 296 del 27 dicembre 2006 (articolo 1, commi 1271 – 1276, della legge finanziaria per l’anno 2007 , che ha previsto la concessione di una medaglia d’onore ai cittadini italiani, militari e civili, deportati ed internati nei lager nazisti e destinati al lavoro coatto per l’economia di guerra nell’ultimo conflitto mondiale, che abbiano titolo per presentare l’istanza di riconoscimento dello status di lavoratore coatto, nonché ai familiari dei deceduti. Il legislatore italiano, dopo aver   sancito che “La Repubblica italiana riconosce a titolo di risarcimento soprattutto morale il sacrificio dei propri cittadini deportati ed internati nei lager nazisti nell’ultimo conflitto mondiale”, ha individuato nella medaglia d’onore un opportuno riconoscimento simbolico. Presenti anche alcuni sindaci camuni accanto ai loro concittadini premiati, a testimonianza di un rispetto ed un affetto della comunità per questi italiani lasciati per troppo anni nell'oblio. La cerimonia si è svolta questo sabato 2 giugno, nel giorno della festa delle Repubblica italiana a Brescia, nelle sede del palazzo del Governo, alla presenza delle più alte cariche civili e militari di Brescia a Provincia, per testimoniare che le istituzioni della Repubblica italiana hanno voluto rendere omaggio a questi cittadini che Hitler considerava traditori e che per suo ordine non poterono usufruire della Convenzione di Ginevra sui deportati e nemmeno dell'assistenza della Croce Rossa Italiana.

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