SEMPRE PIÙ TARTUFI BERGAMASCHI

Avvertendo il suo profumo c’è chi storce il naso e chi, invece, si lecca i baffi: con il tartufo le vie di mezzo non esistono, anche se è in evidente crescita il numero degli estimatori. A valorizzare un prodotto agroalimentare che i più non associano al nostro territorio, quando al contrario è proprio la Regione Lombardia a sostenere che risponde ai criteri di tradizionalità. Bergamo non è certamente Alba. Qui non s’è mai visto un tartufo bianco. Solo neri, di tutte le qualità, compresa la più pregiata, il Tuber melanosporum, che “si scava” nelle zone del lago tra dicembre e marzo. Il periodo più redditizio per la ricerca è l’autunno e in terra Orobica si trova dappertutto, assicura Giuseppe Pino Ciocchetti, che da 15 anni è presidente dell’Associazione Tartufai Bergamaschi.

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