PIU' SICUREZZA SUL LAVORO

La salma di Monica Cavagnis, l'operaia 50enne di Gazzaniga, sposata e madre di due figli attende di essere trasferita dall' ospedale Papa Giovanni XXIII°, dove è stata trasferita martedì a disposizione del magistrato per l’autopsia a all'abitazione della famiglia. Dai provvedimenti che prenderà dipendono i successivi passi per la restituzione della salma e i funerali. Rimane incredulità e sconcerto per quanto accaduto. Sono questi gli stati d’animo dei rappresentanti e lavoratori dell’azienda «Radici Pietro Industries and Brands Spa», il tappetificio di Cazzano Sant’Andrea, dove martedì mattina si è consumata la tragedia. Secondo quanto ricostruito subito dopo, la sciarpa che la donna indossava è rimasta impigliata in un macchinario utilizzato per la produzione della moquette. Ieri dalle 9,30 alle 11,30 i sindacalisti hanno incontrato l’azienda. «Ci hanno detto – spiegano Enio Cornelli della Cgil, Milena Occioni (Cisl) e Luigi Zambellini (Uil) – che il macchinario è stato posto sotto sequestro e che hanno fornito tutta la documentazione. Il reparto è stato fermo nella giornata di martedì (anche il turno notturno) e gli operai hanno ripreso ieri mattina. Monica era una la voratrice molto stimata, ben voluta e tutti erano sconvolti». Un nuovo incontro sindacale con i circa 140 lavoratori per valutare le forme più appropriate di solidarietà verso la famiglia. “In ogni caso, non ci sembra il momento di scioperare o protestare, forse la strada più indicata è organizzare una giornata di lutto”. “Tutti insieme – continuano le parti sindacali - dobbiamo fare di più per la sicurezza, perché evidentemente quello che si è fatto non basta. Noi, l’azienda e i lavoratori siamo sbigottiti”. Monica Cavagnis, originaria di Nembro, dopo aver vissuto a Vertova si era trasferita alcuni anni fa a Gazzaniga in via Manzoni, dove viveva con i figli Mirea, di 25 anni e Manolo di 18, promessa dell’Enduro bergamasco e nazionale.

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