FURBETTI SCOPERTI DALLA GUARDIA DI FINANZA

Ogni mese controllava con soddisfazione la ricarica da 780 euro sulla card del reddito di cittadinanza, mentre il marito dichiarava 120 mila euro di reddito annuo. Fingendo una separazione, proprio per ottenere il sostegno. È solo uno dei tanti casi di furbetti scoperti dalla Guardia di Finanza in provincia di Bergamo. I più gravi sono 12. L'operazione è la conclusione di un longo lavoro di incrocio di dati e di attività di intelligence. Nella rete sono finiti tra gli altri una donna che ogni mese percepiva il sostegno e invece lavorava in nero, un uomo che aveva omesso di dichiarare 17 mila euro di reddito annuo e ancora un altro (ormai ex) beneficiario che nel fare la domanda aveva «omesso» di specificare che incassava l’affitto di un immobile di sua proprietà. Nel dettaglio, dei 76 bergamaschi ai quali è stato revocata la misura (il dato è aggiornato al 7 novembre), 25 sono residenti a Bergamo città, 13 a Clusone, 13 a Grumello del Monte, 9 a Treviglio, 8 a Romano di Lombardia e 8 a Terno d’Isola. In totale le domande «decadute», compresi i casi virtuosi in cui sono stati gli stessi beneficiari a comunicare la perdita dei diritti, sono 385. I dati emergono dall’Osservatorio sul reddito di cittadinanza dell’Inps, l’ente incaricato di elargire gli assegni dopo l’entrata in vigore del provvedimento, lo scorso aprile, e, in questi casi, di procedere con la sospensione e il recupero delle somme (il cui ammontare non è ancora noto, ma dovrebbe trattarsi di qualche centinaia di migliaia di euro). Le conseguenze sono molto serie. Lo dice la legge, che prevede anche la reclusione da due a sei anni per chiunque presenti dichiarazioni false oppure ometta questo tipo di informazioni. È prevista, invece, la reclusione da uno a tre anni nei casi in cui si ometta la comunicazione all’Inps delle variazioni di reddito, del patrimonio o del nucleo familiare, nonché informazioni dovute e rilevanti ai fini della riduzione o revoca del beneficio. Oltre ai «furbetti» ci sono anche i tantissimi cittadini che hanno verificato la possibilità di ottenere il reddito di cittadinanza attraverso la procedura regolare e si sono visti rifiutare la domanda da parte dell’Inps. Solo in provincia di Bergamo sono quasi il 40%, 5.075 sul totale delle 13.524 domande presentate.

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