FINTA RAPINA ALL’UFFICIO POSTALE

Verso le 13:45 di giovedì 5 ottobre la stazione dei carabinieri di Calcinato ha ricevuto un’insolita chiamata: dall’altra capo del telefono la direttrice dell’ufficio postale della frazione di Ponte San Marco. La donna segnalava che un uomo di 1.75 di altezza, dalla carnagione olivastra, vestito di scuro e di corporatura media, armato di taglierino, l’aveva costretta, al momento della chiusura, a rientrare nell’ufficio postale per appropriarsi dell’incasso della mattinata, pari a 7.000 euro. A quel punto, secondo le dichiarazioni della direttrice, il malvivente l’avrebbe chiusa a chiave in bagno, dal quale la donna si sarebbe liberata, ferendosi, rompendo la porta a vetri. La vicenda, dai contorni ambigui, aveva insospettito fin da subito i militari accorsi sul luogo del reato. Mentre gli equipaggi della radiomobile e delle vicine stazioni rastrellavano la zona circostante, alla ricerca dell’uomo datosi alla fuga, i Carabinieri della Stazione di Calcinato e il personale dell’aliquota operativa di Desenzano del Garda non ci hanno però messo molto a capire che qualcosa non quadrava. Le immediate attività svolte dagli uomini dell’arma hanno infatti permesso di evidenziare tutte le incongruenze tra le dichiarazioni rese dalla vittima e il sopralluogo della scena del crimine, tanto che nella serata di giovedì i militari hanno accertato che in realtà la rapina non era mai avvenuta. Approfittando della sospensione dei controlli di cassa per le precauzioni attuate per il contenimento del Covid, la direttrice aveva infatti trattenuto per sé in diverse occasioni del denaro che poi non era stata più in grado di restituire, tanto da congegnare l’incauto disegno criminoso. Ora la donna dovrà rispondere di simulazione di reato, procurato allarme e appropriazione indebita aggravata.

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