RIFLESSIONI SUL FUTURO DELLE RSA
Interrogarsi e fare proposte sul futuro della sanità lombarda – di cui la pandemia ha messo in evidenza tutte le criticità – ma anche capire come attuare la medicina del territorio e pensare al futuro delle residenze per anziani. Questo l'obiettivo dell'incontro, organizzato a Pisogne questo sabato dalla SPI CGIL e dall'Auser Valle Camonica-Sebino. Ne hanno discusso, moderati da Piermatteo Bertolini segretario dello SPI CGIL di Pisogne il segretario comprensoriale di categoria Tersillo Moretti, il presidente Auser del compensorio Vincenzo Raco insieme a Lella Brambilla (presidente dell'Auser Lombardia) e Federica Trapletti segretaria della SPI CGIL Lombardia. Quindi secondo CGIL ed Auser la prima cosa da sistemare è una rete territoriale dove il cittadino possa rivolgersi prima di arrivare alle strutture ospedaliere. In merito alle RSA alla luce di quanto successo durante la pandemia secondo gli organizzatori dell'incontro vanno completamente rivisti i modelli organizzativi. Gli anziani, infatti, entrano sempre più anziani nelle RSA (l'età media è di 85 anni) e soprattutto in condizioni sempre più critiche hanno quindi bisogno più di risposta sanitarie piuttosto che assistenziale. Di contro per chi, invece è autosufficiente Auser propone modelli di aiuto che puntino sempre più alla domiciliarità. E poi c'è il problema grosso dell'Alzheimer: l'auser propone la creazione di un unico polo in Valle Camonica.
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