NEL POZZO TAGLIENTE DEL CASTELLO DI GORZONE

Non v'è maniero o castello che si rispetti che non nasconda leggende, fantasmi o storie misteriose. Quella del castello di Gorzone - ricostruita da Gian Mario Andrico appassionato di storia, narra del pozzo tagliente – ancora oggi lo si vede nel cortile d'ingresso – dove un crudele rampollo di casa Federici gettava – dopo essere state costrette a soggiacere ai suoi piaceri – le più belle e giovani contadine del paese. Pare che a quel tempo il pozzo – che oggi custodisce acque fresche e cristalline – avesse conficcate nella struttura circolare che sprofonda tra le viscere della terra lame ronconi e punte affilate che dilaniavano le poverette. Un giorno i contadini trovarono il signorotto morto e tentarono di dargli sepoltura senza che la terra di prendesse il suo corpo. Lo seppellirono nel fiume Dezzo, ma pare che ancora oggi il rampollo Federici vaghi con le braccia davanti al volto e con fiammelle sulle dita delle mani alla ricerca di un pezzo di terra per la sua tomba e per trovare la pace che non ha. La leggenda del castello di Gorzone ricostruita da Gian Mario Andrico ora è diventata anche una mostra fotografica ospitata nelle sale del maniero. La mostra raccoglie oltre alle foto dedicate al castello di Gorzone anche quelle di altri castelli lombardi e dei loro inafferrabili ospiti. Salvatore Attanasio le realizza con una tecnica particolare che gli fa inserire le figure – vissute negli ambienti o narrate dalle leggende – in post produzione. In mostra si possono vedere foto stampate ed altre su cornici retro illuminate. Tutto nasce dall'incontro di due artisti. La mostra sarà visitabile al castello di Gorzone fino al 31 luglio, ogni giorno dalle 14.30 alle 18.15 con possibilità di visite accompagnate sul prenotazione. L'iniziativa è una delle tante che l'associazione culturale L'Ontano verde promuove per valorizzare il maniero camuno. Dopo il castello di Gorzone la mostra Castelli, Fantasmi, Leggende sarò ospitata a Soncino, la Castello di Pandino, a Brescia e a Montichiari.

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