STENDERE IL BRACCIO E DONARE LA VITA

Il periodo dell'emergenza Covid ha ulteriormente acuito ii bisogni sanitari, tra cui il bisogno di sangue. Lo affermano le Avis di tutta Italia e lo confermano gli avisini dell'Avis intercomunale di Malegno, Ossimo, Borno e Lozio, che ogni anno si trovano nella festa delI'Immacolata per ricordare con una S. Messa, gli avisini defunti. Il messaggio ricorrente oggi ripetuto a più voci è che serve un donatore che stenda i braccio per salvare una vita. Quest'anno la cerimonia religiosa degli avisini di Malegno, Ossimo, Borno e Lozio si è tenuta nella parrocchiale di S. Giovanni Battista di Borno dove la S. Messa è stata celebrata dal cappellano delle Avis intercomunali, don Giuseppe Stefini, che ha parlato di solidarietà e carità. Il difficile periodo della pandemia non ha risparmiato i donatori di sangue: tra chi non ce l'ha fatta, chi si è ammalato e ancora è in difficoltà con la propria salute, mancano all'appello donatori. Oggi l'evoluzione della chirurgia dei trapianti si basa anche sul supporto determinante delle sacche di sangue, dove ne servono anche decine per interventi più complessi e difficili. Diventare donatori di sangue significa donare il bene prezioso ad un'altra persona che rischia di non farcela: stendere il braccio, dicono all'Avis, vuol, dire salvare una vita. E' un gesto semplice, umile e facile da compiere, che riempie di speranza il futuro di altre persone.

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