RIME IN DIALETTO PER EVOCARE IL PASSATO

Giancarlo Sembinelli di Vione, con la poesia dal titolo Luce, vince anche la  terza edizione del concorso di poesia dialettale organizzato dall’Associazione Raccontando Pian di Borno. Al secondo posto Nicola Cordioli, di Valeggio sul Mincio, e al terzo posto il veronese Giuseppe Terragnoli. 42 gli autori che hanno partecipato da tutta la Lombardia, che hanno presentato 76 poesie in cui hanno dato forma attraverso suoni e parole dialettali, al tema proposto, ovvero il buio e la luce. Durante la serata è stata presentata una poesia del poeta Paolo Mauri che ricostruisce il paese di Piamborno all’inizio del ‘900. Il dialetto infatti è la lingua del passato; al dialetto sono legati ricordi, testimonianze, modi di dire e di vivere di un tempo che non devono andare perduti perché fanno parte della nostra identità. Sul palco anche i bambini delle classi quarte della scuola primaria di Piamborno, accompagnati dalle loro insegnanti, che con l’insegnante Sheila Bertolazzi hanno dato vita ad un poesia che oltre ad essere in dialetto, riflette sul tema della violenza sulle donne: la luce rappresentata dal volto e dall’amore materno, che si diffonde a tutte le donne, per contrastare il buio della violenza e dell’animo umano. Hanno dedicato la loro poesia all’alluvione di Niardo invece, i ragazzi della Pia Fondazione di Malegno, presenti alla serata. Una menzione speciale è andata a Ivano Sergio Castellani, che ha descritto il tempo sospeso in un reparto di terapia intensiva durante l’emergenza Covid, Danilo Minolfi che riflette sul trascorrere del tempo e della vita e di Bortolo Regazzoli sui ricordi d’infanzia. Alle parole, si sono alternate le emozioni, la nostalgia per un mondo passato ma che non deve venire dimenticato.

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