FRODE DA 24 MLN DI EURO: CHIUSE LE INDAGINI

I finanzieri del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Varese, diretti dalla Procura di Busto Arsizio, in queste ore hanno notificato gli ultimi avvisi di chiusura delle indagini preliminari che hanno consentito di ricostruire una frode fiscale da 34 milioni di euro. 23 gli indagati, tra imprenditori, prestanome e un attivo faccendiere elvetico, che ora dovranno rispondere delle accuse di emissione e/o annotazione di fatture per operazioni inesistenti. Gli indagati, residenti tra le province di Bergamo, Milano, Monza, Bologna, Brescia, Venezia e Parma, secondo le indagini svolte dalle fiamme gialle, avrebbero utilizzato un sistema di fatture fittizie per giustificare bonifici bancari ricevuti dai propri “clienti” a cui veniva restituito il denaro contante al netto di una provvigione come compenso per il “servizio” reso. Il sodalizio reclutava numerosi “prestanome” a capo delle società facenti parte di uno schema che avrebbe consentito a società di vari settori merceologici, di conseguire risparmi non dovuti di natura fiscale deducendo costi e detraendo Iva a credito. Tale sistema avrebbe anche permesso a soggetti possessori di ingenti quantità di denaro contante, di dubbia provenienza, di ripulire il denaro reinserendolo nel circuito legale. Moltissime le aziende finite sotto la lente d’ingrandimento dei finanzieri che, dal 2017 al 2021, avrebbero beneficiato complessivamente di 30 milioni di euro di fatture per operazioni inesistenti oltre all’IVA indebitamente detratta per 4 milioni di euro.

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