PONTE TIBETANO SENZA QUORUM
I seggi elettorali allestiti a Vezza d’Oglio hanno chiuso i battenti questa domenica sera alle 22 e il risultato è apparso fin da subito chiaro: il ponte tibetano della Val Grande si farà. A spuntarla a seguito del referendum che ha chiamato al voto la cittadinanza è stata l’Amministrazione comunale guidata dal primo cittadino Diego Occhi, ma solamente per il mancato raggiungimento del quorum. Alle urne si sono infatti presentati 530 elettori, non abbastanza per validare la consultazione popolare (ne sarebbero serviti 789). In sintesi non ha votato la metà più uno degli aventi diritto, in totale 1577, compresi 372 residenti all’estero. Dallo spoglio è emersa tuttavia una posizione forte e chiara: 496 coloro che si sono espressi a sfavore dell’opera. Una magra consolazione per il comitato “Vezza Sostenibile” – promotore del referendum – e per la minoranza che, per lo meno in questa prima fase, non sono riusciti a contrastare il progetto della passerella – lunga 465 metri e dal costo di due milioni di euro – che l’amministrazione Occhi aveva inserito nel proprio programma datato 2019. A sostegno della consultazione popolare avevano firmato 300 cittadini. “Un segnale forte alla luce del periodo di ferie e dei tanti appelli all’astensionismo” ha commentato Anna Giorgi, membro del comitato e Direttrice del Centro di Studi Applicati per la Gestione Sostenibile e la Difesa della Montagna dell'Università di Edolo. A ruota gli fa eco la minoranza, rappresentata da Giovan Maria Rizzi “Sapevamo era impossibile raggiungere il quorum, ma la volontà dei cittadini appare comunque chiara”. A sedare gli animi il sindaco di Vezza d’Oglio Diego Occhi che si è limitato a prendere atto del verdetto scaturito dalle urne: “La democrazia va accettata e rispettata: non si è raggiunto il quorum, questo è il risultato”.
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