UN NUOVO SOS PER L'ADAMELLO

Entro pochi decenni per effetto del riscaldamento globale, il ghiacciaio dell'Adamello, il più grande e profondo d'Italia, scomparirà. E' questa la drammatica conclusione cui sono arrivati gli studiosi degli atenei della Rete delle Università per lo Sviluppo sostenibile (RUS), Legambiente, Comitato Glaciologico Italiano e Club Alpino Italiano che sono tornati – in occasione della quinta edizione di Climbing for climate – sui ghiacciai del gruppo dell'Adamello per fare il punto della situazione che è drammatica: il ghiacciaio si sta ritirando a velocità ancora superiore rispetto alle previsioni, la sua superficie che nell’agosto 2007 misurava 15.7 km2, nell’agosto 2022 si è ridotta a 13.1 km2, con un ritiro dell’11% ogni dieci anni. Il mese che si sta per chiudere sarà il più caldo da quando si registrano le temperature dicono gli studiosi e il ghiacciaio dell'Adamello sta risentendo pesantemente di questo innalzamento delle temperature. Del volume di 870 milioni di metri cubi di ghiaccio rilevato a fine millennio, se ne è fuso oltre la metà. Il motivo è da individuarsi nella diminuita nevosità invernale sommata all’effetto dell’aumento delle temperature. Ormai il ghiacciaio dell’Adamello non è più un’unica massa di ghiaccio, essendosi staccate delle placche isolate in diversi punti. La fronte del ghiacciaio arretra inesorabilmente e ha formato un nuovo lago; la perdita media dello spessore è più che doppia rispetto a quella fra il 1995 e il 2009. Le temperature dell’aria presso la diga di Pantano d’Avio sono aumentate di circa 0.4°C ogni dieci anni. I governi di tutto il mondo hanno sottoscritto Accordi, a partire da quello di Parigi del 2015, con i quali si impegnano ad attuare politiche e interventi seri di riduzione delle emissioni di gas serra ma le misure effettivamente attuate finora, tuttavia, sono state insufficienti. Climbing for climate si unisce all’Appello degli scienziati italiani: “Siamo ancora in tempo per scegliere il nostro futuro climatico. Siamo ancora in tempo per scegliere un futuro sostenibile che metta al primo posto la sicurezza, la salute e il benessere delle persone. Dal ghiacciaio in agonia dell'Adamello oggi dunque parte un altro l'appello alle istituzioni ad adoperarsi affinché il patrimonio territoriale venga preservato e arricchito, attraverso la protezione e il riequilibrio delle sue dotazioni finite e dei flussi di risorse rinnovabili.

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