IL NOBILE DIALETTO DI MARINA

In occasione della festa del Patrono S. Valentino a Breno è stato premiato il concorso dedicato alla poesia in dialetto bresciano promossa dalla Fondazione Civiltà Bresciana: Clotilde Castelli. Menzione d’onore, quest'anpo, alla brenese Marina Moscardi con la poesia “Al Minighì Picapreda”. Per scrivere e parlare bene il vero dialetto bisogna scrivere e parlare bene l'italiano corrente e Marina non fa eccezione a questa regola: anzi, forte della sua prima lingua materna, il dialetto appunto, trova estrema facilità ad esprimersi in dialetto e in italiano, passando con molta maestria tra termini delle due lingue, periodi, modi di dire, espressioni simboliche, suoni tipici non esprimibili in italiano, in una sorta di sinfonia del linguaggio popolare, come le è stato riconosciuto anche nella bella poesia per cui è stata menzionata con onore anche in occasione del recente Premio S. Valentino 2024. Marina ha iniziato quasi per caso a scrivere in dialetto una decina di anni fa: quando è scomparso lo storico letterato camuno brenese Ermete Giorgi, il periodico della parrocchia di Breno rimase senza il redattore della pagina del dialetto. Fu scelta Marina che accettò solo per rispetto a Ermete che considera un Maestro e per non lasciar perdere una grande eredità linguistica della sua comunità. Le sue sono liriche che raccontano principalmente di Mezzarro e della contrada Pilo, dove ha trovato ispirazione, suono ed emozioni per non lasciar svanire nel vento i racconti delle stalle dei nonni, della campagna di Russia, dei tanti che non sono tornati, delle fienagioni e dei ricordi felici quando il mondo, ancora pochi anni fa, era più pulito e sincero.

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