La voce degli agricoltori bresciani a Parma
“Una piena collaborazione per fare luce insieme”. Così si è concluso l’incontro di questo mercoledì tra il presidente nazionale di Coldiretti Ettore Prandini e il segretario generale di Coldiretti Vincenzo Gesmundo e gli Esponenti di Efsa, al termine del lungo corteo giallo di 20 mila imprenditori che hanno sfilato per le strade di Parma, per chiedere all’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare un confronto sul consumo di cibi prodotti in laboratorio da coltivazione cellulare come la carne coltivata e da fermentazione di precisione come il latte sintetico. Un confronto chiesto a gran voce anche da più di mille imprenditori agricoli bresciani giunti a Parma guidati dalla presidente di Coldiretti Brescia Laura Facchetti con il direttore Andrea Repossini, alla presenza di numerosi sindaci e amministratori provenienti del territorio bresciano, per fare luce, questo lo slogan della manifestazione, sui criteri utilizzati per valutare e approvare questi cibi e per raccomandare approfonditi studi clinici, suggeriti dalla comunità scientifica, per capire qual è l’impatto che questi nuovi cibi prodotti con tecnologie nuove hanno sulla salute dei consumatori. Alla commissione europea inoltre Coldiretti torna a chiedere l’origine obbligatoria del Paese d’origine in etichetta per tutti i cibi commercializzati in Europa, l’abolizione della regola dell’ultima trasformazione sostanziale del codice doganale che consente ad esempio al concentrato di pomodoro cinese con una sola aggiunta di acqua di diventare passata made in Italy da vendere all’estero, e più regole e trasparenza sui cibi ultraformulati, ricche di additivi e di grassi ma poveri di fibre e nutrienti, dannosi per la salute. La ricerca sta a cuore alla Coldiretti che non si oppone al progresso, ma deve difendere la tradizione agricola italiana. La Coldiretti non si oppone nemmeno all’Europa di cui non ha mai messo in discussione l’esistenza ma sono i limiti e la mancanza di coraggio.
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