INCUBATORE, BIANCHI PASSA IL TESTIMONE

Creare nuove imprese nel bel mezzo della crisi economica e sempre nella totale assenza di risorse, gestire una struttura nata con fondi pubblici, senza fare debiti. Missione riuscita per l'Incubatore di Imprese di Cividate Camuno guidato da Fabio Bianchi. Il presidente uscente, prima di passare il testimone nell'assemblea di questo venerdì mattina, traccia il bilancio di 5 anni di lavoro. Il primo obiettivo, prima ancora di aiutare nuove imprese a nascere, era evitare che in Valle Camonica nascesse l'ennesimo baraccone costoso. Così la struttura che unisce enti pubblici ed imprese di privati, è stata gestita secondo logiche aziendali ed imprenditoriali. L'incubatore ha offerto così spazi e servizi, ai giovani che volevano avviare un'attività e che sono quindi stati supportati nei primi anni di start up, quelli più difficili dove gli investimenti sono tanti e i guadagni pochi. Nella squadra di Impresa e Territorio, la società di gestione dell'Incubatore, diverse realtà hanno fatto la loro parte per dare al territorio uno strumento a sostegno dil tessuto economico e produttivo. Al pubblico, rappresentato da Bim, CM, Provincia e dal Consorzio Servizi Valle Camonica, il presidente uscente rivolge l'invito a coinvolgere maggiormente l'Incubatore, nelle partite giocate della politica. Ai privati, come le Forge, Il gruppo Lucefin, la Lucchini, la IMG e le associazioni Assocamuna ed Apindustria, l'appello è quello di credere maggiormente nell'integrazione con gli enti pubblici. L'unione di forze ha permesso di tradurre quello che era un grosso ostacolo, con la società del ministero Invitalia che reclamava il rimborso di Imu e Tasi sulla struttura per circa 300 mila euro, in una grande opportunità: quelle risorse rimangono in Valle Camonica, il comune di Cividate sigla una convenzione con Invitalia e ha l'usufrutto dell'immobile per trasferirvi il museo nazionale che quindi accanto all'Incubatore, genererà nuove risorse in ambito culturale. L'incubatore inoltre potrà trasferire parte della sua attività nella zona industriale di Cividate dove oggi sorge il Museo.

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