FIOBBIO CELEBRA LA BEATA MOROSINI
Giorni di intensa fede va Fiobbio di Albino, a chiusura del giubileo dedicato alla Beata Pierina Morosini, nell’anno in cui si ricorda il 60° anniversario del suo martirio e il 30° della beatificazione, avvenuta il 4 ottobre 1987. Questo venerdi sera i fedeli di diverse parrocchie si ritroveranno alla Croce del Misma alle 21 per la celebrazione della Messa. «Nel segno della Croce di Cristo, che ha offerto la sua vita – spiega don Michelangelo Finazzi, parroco di Fiobbio – pregheremo presso la Croce sul monte che ha visto il martirio della giovane Pierina». Domenica 1° ottobre, durante la celebrazione della Messa a Fiobbio, verrà benedetta la nuova statua dedicata a San Giovanni Paolo II. «Tra il Papa e la Beata c’è uno speciale legame. Fu lui che nel discorso tenuto durante la visita a Bergamo nel 1981 indicò ai giovani Pierina come modello; in quell’occasione il Santo Padre volle poi incontrare la mamma di Pierina. E fu Giovanni Paolo II a proclamare la giovane Beata nel 1987. La sua statua sarà posta sotto il drappo che quel 4 ottobre di trent’anni fa era nella Basilica di San Pietro». Il 2 ottobre alle 16, con una celebrazione presieduta dal vescovo Francesco Beschi, sarà dedicata alla Beata una cappella che si trova all’interno dell’Istituto Santa Chiara (in via Garibaldi a Bergamo) di cui è attualmente presidente don Arturo Bellini che, come direttore dell’Opera Barbarigo, seguì il processo di Beatificazione. «Le ospiti della casa di riposo hanno più o meno l’età che avrebbe ora Pierina – aggiunge don Finazzi –, hanno vissuto la stessa epoca». A conclusione delle celebrazioni che hanno preso il via ad aprile con la peregrinazione dell’Urna, custodita a Fiobbio, il 4 ottobre (ore 16), nell’anniversario del martirio si celebrerà una Messa alla cappelletta posta nel luogo dove la giovane venne aggredita, a cui conduce un sentiero rimesso recentemente a nuovo da un gruppo di volontari. Nata il 7 gennaio 1931, Pierina Morosini, primogenita di nove fratelli, muore a 26 anni; dal 1946 lavorava nel Cotonificio Honegger pur avendo manifestato il desiderio di farsi suora. Nel 1947 però professò i voti privati di castità, povertà e obbedienza e scrisse il «piccolo regolamento quotidiano» che seguì fino al giorno della sua morte.
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