IN FALESIA CON ROBY
Roby Piantoni sarà ricordato Sabato a Pian di Vione a Colere, su una parete di roccia che era il suo elemento naturale. Lui sapeva sin da piccolo che questa sua grande passione l' avrebbe portato a vivere un' esistenza spesa a fil di cielo, ma per lui era un forte richiamo. Parlare di Roby significa, certo, tirare in ballo lo Shisha Pangma, dove l’alpinista di Colere perse la vita quel 15 ottobre 2009. Sullo Shisha, che con i suoi 8.027 metri è il più basso dei colossi himalayani, c’era andato con lo slancio che lo contraddistingueva, sempre alla ricerca di vie nuove, con la fantasia di sognatore bambino ma allo stesso tempo la saggezza della maturità. Nadia Tiraboschi, guida alpina di Oltre il Colle, qualche giorno fa ha postato poche righe su Facebook : «Eri al Rifugio con Renzo, guardavi con binocolo me e Pierangelo (si tratta di Pierangelo Maurizio, scomparso all’Everest nel maggio 2007) che aprivamo la via del cuore. Poi sei venuto alla base della parete e ci hai portato un sacco più grande e pesante di te. Ecco, ti ricordo così: gli occhi luccicanti al cospetto della Presolana». Sì, gli occhi di Roby Piantoni erano sempre puntati sulla Nord della Regina così come le sue mani tese ad accarezzarne il calcare. “Il suo non era un alpinismo da record, che punta alla prestazione, ma classico, vissuto da montanaro in tutta la nobiltà del termine”, lo ricorda Paolo Valoti presidente del Cai Bergamo. “Nato in una valle a suo modo isolata e con alle spalle un’infanzia non sempre facile, ha saputo far propri i bisogni di chi in montagna, sui giganti himalayani, vive. E il progetto che porta il suo nome ci incoraggia a seguire le orme di questo piccolo grande uomo”.
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