IL CAPANNO TRA FATICHE E PASSIONE

Il capannista è una figura storica sulle montagne bresciane e bergamasche: in particolare, sullo spartiacque tra Vallecamonica e Valtrompia i capanni fissi sono diventati, per certi versi, un patrimonio storico-artigianale. Oggi il capanno fisso è regolamentato da regole ferree: ma la prima regola è il desiderio del capannista di ricreare un ambiente fatto di tante bellezze del bosco, essenze arboree, piante che recano bacche e frutti. Una sorta di giardino dell'Eden dell'avifauna di passo che viene curato nei minimi particolari, anche quando, come nel caso del Capano de la Corna alta sotto Passabocche, verso il giogo dell'aquila, tra Pisogne e Marone, su terreno particolarmente impervio, è stato letteralmente trasformato dalla mano dell'uomo. La caccia la capanno inizia alle prime luci dell'alba: il capanno si raggiunge dunque al buio. I capannisti attendono nei loro piccoli ripari mimetizzai nel bosco il primo canto degli uccelli che inizia quando le luci dell'aurora superano il buio della notte. E' forse, questo, il momento più bello della giornata del capannista che, per questa passione, dedica mesi di lavoro intenso, trasformando il capanno in un giardino nel bosco.

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