ABUSIVISMO SANITARIO NEL MIRINO

Aveva il suo giro di clienti e svolgeva l'attività di agopuntura (attività esclusiva di personale medico specializzato) nonostante non avesse né i requisiti per praticare queste cure, né i locali adatti per svolgere questa professione. A scovare la falsa terapista sono stati gli uomini delle fiamme gialle di Pisogne che, nell’ambito di una operazione a contrasto dell’abusivismo nel settore sanitario e dell'evasione fiscale, hanno individuato e denunciato una cittadina coreana residente in Valcamonica che da molto tempo si dedicava all’esercizio della professione di agopuntrice, sebbene, come detto fosse sprovvista di qualsivoglia autorizzazione prescritta dalle leggi in materia, dei requisiti professionali e dei titoli accademici necessari per svolgere la specifica attività. Come chiarito dal Ministero della Salute con l'approvazione dell'Accordo Stato-Regioni, l’agopuntura costituisce, infatti, un atto sanitario vero e proprio, rientrando a pieno titolo tra le attività di esclusiva competenza e responsabilità professionale del medico - chirurgo, dell’odontoiatra professionale, del medico veterinario o del farmacista. Le indagini dei finanzieri di Pisogne, coordinati dalla Procura di Repubblica di Brescia, hanno permesso di accertare che la sedicente agopuntrice aveva svolto all’estero dei corsi di medicina e conseguito una laurea che non ha però validità sul nostro territorio. Grazie a numerosi appostamenti, i militari hanno scoperto le abitudini del falso medico, individuando il suo giro di clientela. Le successive perquisizioni hanno appurato che lo studio dove la donna praticava non era idoneo, che non aveva materiale per sterilizzare gli strumenti. I pazienti che si sono sottoposto alle sue cure erano ignari di essere nelle mani di un falso professionista. Grazie alle testimonianze degli otto clienti individuati durante gli appostamenti gli uomini della Guardia di finanza di Pisogne hanno potuto ricostruire il volume d'affari della donna che ora deve rispondere non solo di esercizio abusivo della professione ma anche di evasione fiscale visto che non pagava neppure le tasse sugli introiti della sua per altro illecita attività. Il servizio non solo ha permesso di contrastare l'abusivismo professionale ma anche di stroncare un'attività che poteva essere pericolosa per la salute dei cittadini. E se sul Sebino le fiamme gialle hanno svolto quest'operazione Guardia di Finanza di Brescia e Desenzano nei giorni scorsi hanno di nuovo inferto un duro colpo al lavoro nero. In un laboratorio di proprietà di un cinesi le fiamme gialle hanno trovato al lavoro 10 operai in nero. Sette di questi clandestini - per cui sono state avviate le pratiche di espulsione – che vivevano nel laboratorio e in una garage adiacente e che dormivano su pallate in legno dove erano stati ricavati numerosi posti letto.

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