LA LOMBARDIA FA RETE CONTRO LA VIOLENZA

C'è un muro, in Regione, per contrastare la violenza sulle donne; è rappresentato dai centri antiviolenza, 50 distribuiti in tutta la Lombardia con 27 reti territoriali – una di queste in Valle Camonica dove gli sportelli antiviolenza sono due, a Darfo e Cedegolo - e 74 case rifugio. I dati sul fenomeno sono stati presentati in questi giorni al Pirellone, in vista del 25 novembre, la giornata internazionale contro la violenza sulle donne.Dall'inizio di quest'anno alla rete antiviolenza regionale si sono rivolte 8 mila 672 donne, la maggior parte nella provincia di Milano. A seguire Brescia (1103) e Bergamo (637). Da quanto emerge dai dati, il 62% dei contatti riguarda richieste di informazioni, il 49% chiede ascolto, il 30% in formazioni legali; Il 21% delle donne ha chiesto di poter seguire un percorso psicologico, il 10% di ricevere ospitalità e assistenza. Nel 2% dei casi c'è un'emergenza da gestire. Spesso si registrano più motivazioni alla base del contatto. Le donne che si rivolto ai centri antiviolenza sono per lo più italiane, il 61%, di queste il 32% ha meno di 34 anni e il 33% fra i 35 e i 44 anni. Il 53% delle donne è sposata o convivente, il 60% ha figli minori e il 45% non ha un lavoro. Le violenze avvengo quasi sempre in famiglia: nel 56% dei casi il colpevole è il marito o il convivente, nel 18% l’uomo con cui si è chiuso un rapporto. Non si tratta solo di violenza fisica, si parla anche di violenze economiche, psicologiche, di stalking. In Valle Camonica oggi sono una cinquantina le donne seguite dalla Rete antiviolenza che coinvolge dai comuni alle forze dell'ordine, dai servizi sociali alle associazioni del territorio. Come detto in Valle gli sportelli antiviolenza sono due: quello storico di Darfo e quello aperto nel luglio scorso a Cedegolo.

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