81 INDAGATI PER RICICLAGGIO

Sono 81 le persone indagate dai carabinieri di Legnago – Verona, per riciclaggio tra società cooperative. La maxi operazione «Black Money» a visto coinvolto anche un bergamasco Z. B., 62 anni residente a Sarnico, è ritenuto il gestore di alcune delle società «cartiere» di cui si serviva l’organizzazione. È stato arrestato il 21 febbraio insieme a L. A., 51 anni residente a Erbusco, nel Bresciano, che secondo gli investigatori sarebbe il vero amministratore delle sei cooperative. Due «disoccupati con una vita lussuosa», li hanno definiti i carabinieri, che sarebbero stati al vertice del sistema, eseguendo tutte le operazioni necessarie in home banking. Sono gli unici accusati di autoriciclaggio. Sempre il 21 febbraio i carabinieri hanno effettuato 17 perquisizioni e sequestrato oltre 130 mila euro, mentre per altre dieci persone (tra le province di Bergamo, Brescia e Verona) sono scattati martedì, a conclusione delle indagini, gli arresti domiciliari. Gli indagati avrebbero approfittato di società cartiere per evadere il fisco e per rendere più concorrenziali i loro servizi, riuscendo ad ottenere una supremazia sul mercato. L’operazione «Black Money» è iniziata nel novembre 2016, quando i carabinieri di Cerea (Verona) hanno notato numerose persone che quotidianamente prelevavano somme di denaro da alcuni uffici postali della cittadina. L’attività investigativa ha fatto emergere che gli amministratori di sei società cooperative con sede legale a Milano e attive a Bergamo, costituite complessivamente da 1.300 soci-dipendenti, attraverso un fraudolento meccanismo di false fatturazioni operato con la complicità di altre società, hanno ingannato l’erario, ottenendo falsi crediti, che venivano successivamente compensati con i tributi Inps. Gli indebiti guadagni successivamente venivano versati su conti correnti di 18 società di comodo, le cosiddette cartiere, spesso con sedi fittizie, le quali a loro volta utilizzavano una vasta rete di persone che prelevavano il denaro per consegnarlo «pulito» e in contanti ai due amministratori di fatto finiti poi in carcere. In questo modo sarebbero stati prelevati dagli uffici postali di Verona, Brescia e Bergamo circa 37 milioni di euro, mentre 38 milioni sarebbero stati spediti all’estero tra Cina, Croazia, Ungheria e Malta. L’indagine ha rilevato responsabilità penali su 81 persone per riciclaggio e autoriciclaggio per 75 milioni di euro.

Commenti

Nessun commento è stato ancora pubblicato.
Condividi la tua opinione qui sotto!

Lascia un commento

* Tutti i campi contrassegnati sono obbligatori