IL BRENO TORNA IN SERIE D

Erano da poco passate le 17 allo Stadio Tassara quando il triplice fischio del direttore di gara ha sancito, in maniera inequivocabile, il concretizzarsi di un sogno: il Breno, a 27 anni di distanza, torna finalmente a calcare i campi della Serie D. Un verdetto accolto in un tripudio di colori granata, in un mix di lacrime e gioia incontenibile, giunto al termine di una partita a dir poco rocambolesca, dove la squadra di Mario Tacchinardi, tecnico vincente, one shoot-one kill, al suo primo anno in panchina, ha fatto veramente di tutto per complicarsi la vita. Prima il vantaggio, poi la mancata firma sul raddoppio scordata sul dischetto, l’espulsione, i nervi tesi, l’aggancio del Legnano e poi la saetta, sinonimo di promozione, scoccata, ancora una volta, dall’argentino Szafran. Non si è fatto mancare nulla, in un pomeriggio afoso, dove non soffiava nemmeno un filo d’aria, il Breno del Presidente Mario Cocchi. Un numero 1 che fin dal pre-gara, quando la cornice del Tassara andava via via riempiendosi, sfilava avanti e indietro, in tribuna, in preda al batticuore. Sguardi eccitati, nervosi, trepidanti in campo e fuori: una tensione smorzata dal calore dei tifosi granata, in netta supremazia rispetto a quella ventina di tifosi milanesi sopraggiunti in Valle a discapito di provvedimenti e divieti e costretti, proprio dalle stesse forze dell’ordine, in un angolo estremo dello stadio. Ecco la cronaca di una gara al cardiopalma.

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