L'AVIS: “NON RINUNCIATE A DONARE”
Dalla Lombardia proviene un quarto del sangue donato ogni anno in Italia. Il fatto che la Lombardia sia in difficoltà a causa del Coronavirus incide quindi anche sulla scorta di sangue dell'intero Paese. Dei due milioni di sacche di sangue e plasma prodotte ogni anno nel nostro Paese, 500 mila infatti vengono dalla Lombardia che nel campo della raccolta di sangue è autosufficiente e contribuisce alle necessità di altre zone, in particolare del Lazio e della Sardegna. E in queste regioni, come pure in Campania e Sicilia, l’allarme è già scattato. A causa del Coronavirus però molti donatori non hanno potuto donare, per via dei sintomi o dell'isolamento, e la conseguenza è che gli ospedali hanno dovuto ricorrere alla scorte strategica. Di sangue infatti il sistema sanitario ha sempre bisogno e negli ospedali, ricorda l'Avis, non ci sono solo pazienti con il Coronavirus ma continuano ad esistere anche tutti gli altri. Dal 2 all'8 marzo sono state utlizzate sia in Italia sia in Lombardia più unità di sangue di quelle raccolte, attingendo alla riserva e ora va ripristinata la scorta nazionale. L'appello dell'Avis è rivolto a tutti i donatori: la donazione del sangue non deve fermarsi. “Non vi è alcun rischio” - afferma il presidente dell'Avis regionale - “durante la trasfusione, il personale medico dei centri raccolta è tutelato e i centri sono attrezzati per garantire le misure di sicurezza a tutela della salute”. Le restrizioni agli spostamenti non prevedono la sospensione delle attività di donazione, che sono garantite in quanto considerate livelli essenziali di assistenza che assicurano la continuità del supporto trasfusionale a oltre 1.800 pazienti al giorno sul territorio nazionale. AVIS Regionale Lombardia, insieme a tutte le Associazioni provinciali, continua dunque la raccolta di sangue e degli emocomponenti, garantendo la mobilità dei donatori e del personale dedicato alla raccolta associativa, dotati di apposita autodichiarazione per spostamento. A tutti i donatori che si presentano ai centri di raccolta, sia per la donazione che per gli esami, viene rilasciata una giustificazione da presentare in caso di controllo delle Forze dell’Ordine. L’impegno è inoltre quello di rafforzare le misure di prevenzione, applicando rigorosamente le indicazioni previste dagli organi istituzionali, tra cui la realizzazione del triage, anche telefonico, del donatore. Tutti i donatori infatti, devono informare il proprio servizio trasfusionale di riferimento nei 14 giorni successivi alla donazione, dell’eventuale comparsa dei sintomi compatibili con l’infezione da Covid-19 o in caso di diagnosi. I centri trasfusionali garantiscono inoltre la distanza di sicurezza di almeno 1 metro tra i donatori e gestiranno le sedute di raccolta in modo programmato e regolando i flussi così da evitare assembramenti. La prenotazione della donazione va fatta telefonicamente o online.
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