RIENTRATI DALLA SPAGNA 4 CAMUNI
Si è conclusa fortunatamente nel migliore dei modi, nella tarda notte di questo lunedì e con un lieto fine, l’odissea dei quattro ragazzi camuni, rimasti bloccati alle isole Canarie a causa della cancellazione dei voli internazionali legata all’emergenza coronavirus. Come già vi avevamo raccontato la scorsa settimana, le due coppie di giovani, di età compresa tra i 27 e 31 anni, giunti a Fuerteventura giovedì 5 marzo avrebbero dovuto ripartire esattamente sette giorni dopo, salvo che 48 ore prima della partenza una e-mail giunta dal servizio clienti della compagnia Ryanair li informava dell’annullamento del volo di rientro. A quel punto hanno deciso di provare a contattare, inizialmente senza successo, gli organi ministeriali che concorrono a regolare i rapporti con l’estero. Si trattava, infatti, di ore delicatissime per programmare il recupero dei tanti nostri connazionali che, al momento dell’attuazione delle misure restrittive e del blocco del traffico aereo per contrastare l’avanzata del covid-19, si trovavano fuori dall’Italia. Dopo alcuni giorni di smarrimento, trascorsi senza alcuna comunicazione da parte degli uffici centrali e territoriali e dopo aver vagliato alcune ipotesi, tra cui il rientro in Italia per mezzo di un volo che gli avrebbe condotti in Svizzera, hanno potuto tirare un sospiro di sollievo. Come dichiarato in precedenza dal ministro degli esteri e della cooperazione internazionale Luigi Di Maio, varie compagnie aeree si stavano infatti attrezzando per predisporre dei voli speciali per ricondurre in patria turisti e lavoratori bloccati fuori dai confini nazionali. Ecco dunque che, dopo opportuna segnalazione, lunedì in tarda serata un aereo della flotta Neos Air, attivato con il coordinamento dell’Ambasciata italiana e l’Unità di Crisi della Farnesina, li ha riportati i a casa. Il volo, un charter da 186 posti proveniente da Tenerife, li ha condotti direttamente a Milano Malpensa, dove sono atterrati poco dopo la mezzanotte. Ad attenderli in aeroporto il termo scanner che fortunatamente ha dato esito negativo. Quattro ore di viaggio segnate dalla paura del contagio, dai nervi a fior di pelle per un’odissea che pareva senza fine, ma soprattutto dal conforto, alle prime luci dell'alba, di essere tornati nelle rispettive residenze a Darfo Boario Terme.
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