UN MESE SENZA CALCIO
Un mese senza calcio, trenta giorni esatti dall’ultima volta che il pallone nostrano ha tentato, a fatica e senza successo, di rotolare sui nostri campi. Proprio quattro settimane fa attendevamo con ansia la disputa di gare come il derby bresciano tra Breno e Franciacorta, lo scontro salvezza tra Bienno e Vighenzi, oppure la sfida tutta sebina tra Atletico Sarnico e Virtus Lovere. Un appuntamento quello della domenica del pallone che ad oggi sembra lontano anni luce. La prima partita ad essere rinviata per timore del contagio fu quella tra i neroverdi del Darfo Boario e i cremonesi dell’Offanenghese. Una notizia accolta quasi con stupore, ma che si rivelò solo la prima avvisaglia di quello che sarebbe stato, con tutte le gare di quel weekend sospese nell’incredulità generale. Ancora non avevamo la percezione di quel pericolo che ci avrebbe costretto a fermare non solo sport, ma anche la nostra stessa vita. Un’emergenza che per tutti noi è ora quotidiana, una battaglia ben diversa da quella che seguivamo dalla tribuna, sul rettangolo verde, e che ora, alla luce dei fatti, appare del tutto scarica di ogni significato. Dopo un mese di stop resta perciò nebuloso il futuro del calcio dilettantistico lombardo. Tra riunioni virtuali, come l’iniziativa “Incontriamoci in rete” e svariati scambi d’opinione, solida è la posizione del presidente del comitato provinciale Alberto Pasquali, che in settimana si è espresso favorevolmente all’annullamento dei campionati. “In questo momento il calcio deve fare un passo indietro. Il pallone deve farci pensare al dopo, sarà uno strumento di grande sostegno psicologico per adulti e ragazzi” e poi ancora “Non credo ci siano le premesse per ripartire: la Lombardia è la regione più falcidiata dall’emergenza. Credo si fermeranno definitivamente i campionati”. La proposta, già sotto accusa, quella di “premiare le squadre in testa alla classifica delle diverse categorie, evitando però qualsiasi retrocessione”, con un annullamento completo, invece, per quanto riguarda i campionati giovanili. Alle sue dichiarazioni si sono aggiunte quelle rilasciate questo sabato dal presidente del CRL Giuseppe Baretti: “Siamo nel bel mezzo dell'emergenza sanitaria. Gli stessi professionisti sono in difficoltà nel trovare un punto d'accordo. Qualcuno ha parlato di maggio, ma oggi è assolutamente utopistico. Anzi, se la Figc trovasse un'intesa per la ripresa a livello nazionale, non escludo che la Lombardia possa prendere una decisione autonoma: nessuna regione è stata flagellata quanto la nostra». Una smentita anche su un’eventuale ripresa nel mese di luglio: “Mi sembra una forzatura: se ci sarà la possibilità, meglio concedere a tutti le meritate vacanze. Capisco la preoccupazione a livello economico, ma il comitato regionale spingerà per avere un sostegno dal Governo, il dilettantismo va tutelato» ha concluso il numero uno regionale. Staremo a vedere, quel che è certo è che per ora le società bresciane hanno accettato di buon grado lo stop e, perché no, anche la nuova iniziativa del “Trofeo Leonessa d’Italia”, un torneo virtuale che prenderà il via sulla piattaforma playstation 4 e dove un tesserato per ciascuna squadra, arbitri compresi, potrà dare sfogo alla sua passione in un inedito campionato FIFA 2020 dedicato ai dilettanti. Largo dunque al calcio da divano perchè, riadattando un celebre motto: “la salute è l’unica cosa che conta”.
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