ALLARME ADICONSUM PER L'AUMENTO DEI PREZZI

L’escalation dei prezzi in assenza di interventi, rischia di calare come una mannaia sulla spesa degli italiani, molti dei quali ancora in attesa degli aiuti previsti, ma non ancora erogati. Preoccupante appare l’incremento delle quotazioni registrato nella settimana dal 16 al 22 marzo, con le arance 0,46 Euro/Kg (+9,90% sulla settimana precedente e +48% sul 2019), limoni 0,65 euro/Kg (+8,40% sulla settimana precedente +68,10% sull’anno). Il prezzo all’ingrosso delle arance è aumentato del +44% Aumentano sensibilmente rispetto allo stesso periodo dello scorso anno i prezzi dei Kiwi (1,24 euro/Kg , +32,60%) e delle pere (1,42 euro/KG +56,50%). Quanto alle carni, il prezzo all’origine dei polli sale del12,50% rispetto alla settimana precedente e tra i prodotti lattiero caseari la mozzarella segna un incremento del 18,20% in una sola settimana, così come la crescenza (+27,80%). Aumentano i prodotti di serra: pomodori (+6,10% sulla seconda settimana di marzo e +29,60% rispetto al 2019) e del radicchio (+18% settimanale), il cavolfiore a + 233%, zucchine e broccoli del +88%. Costano il doppio, invece, le carote, che da 0,40 centesimi di euro sono passate a 0,80 al Kg. Il pesce è passato da 2,99 a 4,99 €. “Tutto questo succede in alcune catene di supermercato. Forse siccome il consumatore fa la spesa di corsa pensano che tutto passi inosservato. I negozi di quartiere se onesti in questo periodo avranno la possibilità di fidelizzare i clienti, così come stanno facendo alcune grosse catene che si sono attivate per garantire il blocco dei prezzi, anche se hanno dismesso le promozioni. Le denunce alla Guardia di Finanza e alla Polizia Postale, per quanto concerne acquisti on-line, non sembrano impedire questi atteggiamenti truffaldini. La polizia locale dovrebbe potenziare i controlli negli ipermercati, nei supermercati e nei piccoli negozi per approfondire le situazioni non giustificate rispetto al costo del prodotto riportato in fattura, magari tramite agenti in borghese per registrare i prezzi di alcuni prodotti di largo consumo, controllando le fatture di acquisto della merce per verificare la percentuale di rialzo in fase di vendita al consumatore finale. È un lavoro che impegna molto e che darà risultati nel medio termine, ma il segnale che bisogna dare deve essere chiaro: tutelare il consumatore, ma anche quelle attività economiche che stanno lavorando con trasparenza ed onestà senza speculare su questa crisi. In caso di rialzi di prezzi non giustificati – conclude Busi -, il Codice del consumo prevede sanzioni da 5 mila a 500 mila euro ed anche il Codice penale sanziona con la reclusione fino a tre anni e la multa fino a 25 mila euro, se viene accertato il rialzo fraudolento dei prezzi”.

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