LA PREOCCUPAZIONE DI ASSORIFUGI

Un articolo di un noto quotidiano nazionale riposta in queste ore l'intervista ad Antonio Montani, Vicepresidente del Cai, responsabile dei Rifugi del Club sul territorio nazionale, nella quale si ipotizza un “modello di tempo libero che in molti casi si era spinto oltre il limite” e “l’’occasione per un recupero di essenzialità e semplicità”, citando un'estate probabilmente anche senza rifugi. Assorifuigi Lombardia ha emesso immediatamente una nota stampa nella quale dichiara che “...Ad oggi non ci sono disposizioni precise – come afferma il Presidente di Assorifugi Lombardia, Gino Baccanelli, Guida alpina e gestore del rifugio Tita Secchi al lago della vacca alla partenza del sentiero numero 1 dell'Alta via dell'Adamello - e possiamo solo immaginare ipotetiche soluzioni da mettere in campo per evitare che il nostro settore sprofondi portando con sé le singole realtà di ogni rifugio e lo sforzo che nel tempo abbiamo messo per diffondere e mantenere viva la cultura della montagna di Lombardia. Oltre un terzo della nostra regione è occupata da un variegato paesaggio montano – continua Baccanelli - con tanti Rifugi che svolgono un importante presidio del territorio, l’attività sportiva e la funzione collettiva, dal controllo dei sentieri alla pulizia dell’ambiente. Le montagne sono patrimonio che la natura ha concesso al nostro paese e che come tale ci siamo sempre impegnati a preservarlo e mantenerlo in vita, anche attraverso il turismo. Dietro ogni rifugio ci sono tante storie, tante famiglie e tante persone che ogni anno rimettono in moto un’ospitalità che spesso vive di condizioni estreme, manutenzioni impegnative e rifornimenti difficili. Ogni anno aprire le porte sulle nostre montagne, in attesa dei primi visitatori con cui condividere la soddisfazione e la bellezza, è ciò che per tanti di noi viene più facile immaginare come ragione di vita. A oggi tutti gli operatori economici di ogni dimensione sono in attesa di conoscere le direttive, le disposizioni ed i chiarimenti che il Governo emanerà per far ripartire l'Italia seguendo un crono programma previsto dalla fase 2 per la rinascita dell'economia ad ogni livello. Le norme di sicurezza - dice ancora Baccacanelli, al quale fa eco in piena condivisione anche il presidente del coordinamento nazionale dei Rifugi, Angelo Iellici - vengono al primo posto ed i rifugisti italiani, lombardi, bresciani, bergamaschi, valtellinesi, intendono mettere in campo ancora più sforzi per la ripartenza della stagione”. E come ogni anni, i problemi da affrontare sono tanti: dagli affitti al personale, dai costi di apertura all’organizzazione delle provviste per la stagione: le ipotesi nell’aria, o frutto di idee personali e non condivise con gli operatori del settore, sono prive di fondamento e studio di fattibilità. Il presidente del coordinamento nazionale dei Rifugi, Angelo Iellici, 
sull’ipotesi ventilata dai vertici del Cai relativo alle tende in quota risponde 
“che la metodologia delle tende, dei sacchi a pelo, rende lo scenario ancora più complesso e fallace dal punto di vista igienico-sanitario, della sicurezza, perché queste persone dovranno comunque servirsi dei rifugi, è imprescindibile”. Dunque, sostanzialmente respinta al mittente l'esternazione non condivisa del vice presidente del Cai, in attesa che il settore, fondamentale per la vita della Montagna, possa essere ascoltato nelle sedi opportune. Molti di loro, intanto, stanno già progettando soluzioni operative, amministrative e commerciali per poter partire quanto prima.

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