CATTURARE I SILURI PER LA VITA DEL LAGO

Il mostro del Sebino, il terribile pesce siluro, che sta distruggendo l'ittiofauna autoctona, ma anche la fauna selvatica minore migrante che nidifica nei canneti del lago e delle Torbiere, non si può eradicare, ma si può contenere: ne sono convinti gli esperti ittiologi che operano con Regione Lombardia e che, grazie al progetto sperimentale di contenimento con reti speciali, di cui è capofila la Riserva naturale delle Torbiere del Sebino, in collaborazione con i pescatori professionisti, hanno iniziato la cattura del pesce la cui voracità, dovuta alle ragguardevoli dimensioni, sta mettendo in pericolo le altre specie del lago. Il contenimento attivo del siluro, ancorché in un'area ridotta, tra Iseo e Clusane, consente di seminare gli avannotti di tinca, nati nell'incubatorio di Clusane in grande quantità: la loro sopravvivenza dovrebbe garantire la continuità dell'attività dei pescatori e dei ristoratori della zona che delle tinca hanno fatto il simbolo della ristorazione, grazie anche all'ottenimento della PAT Prodotto agroalimentare territoriale che ne decreta l'eccellenza in campo nazionale. Le azioni di salvaguardia, tutela, miglioramento e potenziamento della fauna ittica autoctona è quel delicato e prezioso settore di intervento che può fare del Sebino un luogo di interesse biologico in Italia e nel mondo.

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