LA VALGANDINO PIANGE IKO

Lui c’era, li sotto il porticato di Piazza Vittorio Veneto, o seduto a cavalcioni su un muretto, con il colletto del giubbino alzato a dare una parvenza giovanile a una figura caratterialmente d’altri tempi. Lui c’era con il suo innato garbo agli eventi della sua Gandino, realtà che Iko conosceva forse più di altri. Lui c’era! Ora passando di li rimarrà un vuoto, all’inutile sguardo rivolto sulla piazza dove era solito intrattenere piacevoli conversazioni. Lodovico, ma per tutti Iko Colombi, 80anni, se n’è andato ieri nell’abitazione dove viveva con la moglie Donatella. Se ne è andato all’improvviso in punta di piedi, con la serafica discrezione che ne ha contraddistinto l’esistenza. Mai come in questo caso si può dire che la Val Gandino ha perso un pezzo importante della propria storia. Ma è pur vero che Iko continuerà ad esserci. Appassionato di storia locale, sin dal primo dopoguerra cominciò a seguire le vicende del paese, con la curiosità del giornalista (fu a lungo collaboratore del Giornale di Bergamo) ed il privilegio di essere “uomo di strada”, che viveva sulla piazza e nei luoghi di ritrovo la socialità più viva e vivace di una Valle che affondava con orgoglio le proprie radici nel passato, ma che pure viveva l’ebrezza del boom economico e del cambiamento dei costumi. Nel 1960, appena ventenne, avviò la pubblicazione di un notiziario giovanile, L’Azalea, curato dal “Gruppo Studentesco di Gandino”. Collaboratore di don Ponziano Picinali, vicario locale di cui aveva un grato ricordo, ma anche amico fraterno dei pittori Pietro e Paolo Servalli, di cui seguì la carriera nello studiolo vicino a piazza Santa Croce. Nel 1965 pubblicò il romanzo “Cristo sui fronti” . Seguì un’ amicizia con Mario Rigoni Stern. Insieme a Carmelo Bonazzi e Pietro Todisco, Iko fu autore e voce narrante del cortometraggio “Gandino nei Secoli”, dedicato nel 1962 alla storia del paese e girato con i primi rudimentali mezzi amatoriali di ripresa. Nello stesso periodo fu Iko Colombi a salutare con pagine efficaci l’uscita del film “E venne un uomo” di Ermanno Olmi, dedicato a Giovanni XXIII e girato con attori della Val Gandino. In epoca più recente si era dedicato ad importanti ricerche, legate alla tintura a Gandino delle camicie scarlatte dei Mille di Garibaldi (la riproduzione di un esemplare fu donato al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella), al salvataggio di decine di esuli ebrei da parte delle famiglie gandinesi negli anni ’40 ed agli episodi della Resistenza sui monti della Val Gandino. Nel 2012 fu fra i principali autori, insieme a Pietro Gelmi, Battista Suardi, Gustavo Picinali e Giambattista Gherardi del volume “Gandino, la storia”. I funerali si svolgeranno sabato 8 Agosto alle ore 10,00 nella Basilica di Gandino.

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