L'INTERVISTA AL PEDIATRA

I pediatri, durante la prima settimana di scuola, hanno già prescritto decine di tamponi. Se un bambino presenta uno dei sintomi descritti nelle direttive, loro devono richiedere il tampone a prescindere dal fatto che un genitore affermi che il bambino ha solo preso freddo. Nel frattempo la famiglia deve stare in quarantena e per fortuna, dopo una prima settimana di incertezza, ora grazie ai punti per i tamponi dedicati solo alla scuola in cui ci si può recare senza prenotazione, il tampone potrà essere fatto immediatamente con risultato entro 24 ore. In Valle Camonica il punto tamponi verrà aperto lunedì 21 settembre dal lunedì al sabato delle 08.00 alle 12.00 all'ospedale di Esine e qui i genitori, muniti dell'autocertificazione scaricabile dal sito dell'Ats della Montagna, potranno portare i loro bambini con sintomi direttamente, dopo averli ritirati da scuola se hanno manifestato sintomi in classe, oppure dopo aver consultato il pediatra se hanno manifestato sintomi a casa. Il pediatra resta una figura centrale anche nel processo di riammissione del bambino in classe, perché rilascia un'attestazione, che il genitore deve portare a scuola, in cui dichiara che il bambino ha seguito l'iter previsto in caso di sintomi Covid e che è guarito con due tamponi negativi oppure che non ha mai contratto il Covid con un tampone positivo. Se un bambino invece sta a casa da scuola ad esempio per la varicella o comunque per motivi che non richiedono l'effettuazione del tampone perché chiaramente di altra natura rispetto al Covid, o per motivi personali, non è previsto nessun certificato da portare a scuola come chiariscono le ultime linee guida. Ad oggi gli studi circa la capacità dei bambini di contagiare sono contrastanti e i numeri dei contagi in aumento in seguito alla prima settimana di scuola spingono i pediatri a pensare che i bambini possono avere un ruolo importante nella diffusione di un virus ancora poco conosciuto. Resta però il fatto che i sintomi previsti nelle linee guida sono molti e i bambini, soprattutto i più piccoli, rischiano di manifestarli per tutto l'inverno. Impensabile sottoporre questi bimbi ogni volta ad un tampone nasofaringeo, che è fastidioso anche per gli adulti e difficile pensare a come i genitori alle prese con il lavoro possano gestire l'eventuale quarantena che, anche se solo per 24 ore in attesa dell'esito, dal bambino spesso e su valutazione dell'Ats, si allarga a tutta la famiglia.

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