VINCE LA VOGLIA DI CAMBIAMENTO
L'andamento del voto è apparso chiaro fin dalle prime sezioni scrutinate e la maggioranza degli elettori secondo i primi exit pool pima e i primi dati poi, questa domenica e questo lunedì si è recata alle urne per dire di sì al taglio del numero dei parlamentari. Nonostante l'ampio fronte del no, di chi temeva un venir meno della democrazia e della rappresentanza di molti territori più marginali, in nome del risparmio di poco più di un caffè a cittadino e di chiedeva una riforma più complessiva del Parlamento che eliminasse le sovrapposizioni tra Camera e Senato, come voleva fare la riforma costituzionale Renzi Boschi del 2016 che ha invece passato la pprova degli elettori, ha vinto la voglia della gente del cambiamento, di vedere ridimensionata la casta, di porre fine alle discussioni infinite in Parlamento con migliaia di proposte di legge al palo, che certo non dipendono unicamente dal numero di Parlamentari ma ridurli, secondo i cittadini che hanno votato per il Sì, è comunque un inizio ed è meglio di niente. Si procede ora dunque con la modifica degli articoli 56 e 57 della Costituzione. Il numero dei deputati passa dagli attuali 630 a 400, quello dei senatori eletti da 315 a 200, inclusi i parlamentari eletti all’estero (8 deputati contro gli attuali 12 e 4 senatori contro gli attuali 6). La legge sarà operativa non prima di 60 giorni dall'entrata in vigore, i tempi tecnici per ridisegnare i collegi: oggi c’è un deputato ogni 96 mila abitanti, con il taglio ce ne sarebbe uno per 151 mila. A Palazzo Madama oggi siede un senatore ogni 188 mila abitanti, con il taglio ce ne sarebbe uno ogni 302 mila. Il nuovo Parlamento sarà il risultato nelle prossime elezioni politiche che si svolgeranno con una nuova legge elettorale che dovrebbe ora essere messa in cantiere in tempi rapidi con l'obiettivo di reintrodurre le preferenze per dare maggiore voce ai cittadini e meno ai partiti. Il Parlamento quindi per ora resta com'è e non cambieranno le funzioni delle due Camere: il bicameralismo italiano resta con la navetta infinita delle leggi tra Camera e Senato.
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