FUGA DI INFERMIERI DALLE RSA

Il decreto legge varato per far fronte all'emergenza Coronavirus di marzo dava alle aziende del servizio sanitario nazionale la possibilità di reclutare personale tramite incarichi di lavoro autonomo per l'anno 2020 e a tempo indeterminato per il 2021. Tradotto, dava la possibilità di assumere nuovo personale con l'obiettivo di strutturare su tutto il territorio nazionale la figura dell'infermiere di famiglia e di comunità. Molti infermieri hanno risposto all'appello, lasciando in molti casi perché sguarnite le case di riposo che risentono oggi di una crisi economica derivante ai posti letto rimasti vuoti. Non solo dalle Rsa, ma anche dalle strutture della sanità privata si registerebbe – secondo la Cgil di Bergamo – ad una fuga degli infermieri, sulla spnta della delibera regionale che dà mandato alle aziende HUB di reperire professionalità per fronteggiare l'emergenza. Si assisterebbe quindi ad una fuga di infermieri dalle RSA e dalle strutture private verso ospedali pubblici e convenzionati e nelle strutture socio-assistenziali o private del territorio di Bergamo, si registrerebbe “una difficoltà crescente a garantire i livelli minimi di assistenza, oltre che la copertura dei turni di lavoro, costringendo questi professionisti a un carico insostenibile”. Roberto Rossi e Giuliana Rota della FP-CGIL di Bergamo segnalano, tra gli altri, un caso su tutti: alla Fondazione Carisma di via Gleno su 100 infermieri, si sono trasferiti già in 50. Il sindacato, attraverso un confronto costante con le strutture, sta cercando di mettere in campo strategie per far fronte a questa crescente difficoltà ma neppure gli incentivi economici stanziati dalle case di riposo per trattenere il personale infermieristico sembrano bastare per contenere questo fenomeno e molte RSA non sono nelle condizioni economiche per fronteggiarlo. Per il sindacato la pandemia in atto metterebbe quindi in risalto problemi preesistenti, come la mancata integrazione tra i bisogni del sistema sanitario e socio sanitario  nazionale e il sistema della formazione universitaria che non riesce a provvedere alla formazione di un numero sufficiente di professionisti sanitari.

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