RIAPERTO L'OSPEDALE IN FIERA A BERGAMO

Non solo anziani, i malati gravi di Covid. A riconfermarlo la carta d'identità dei primi quattro pazienti ricoverati alla riapertura dell'Ospedale in Fiera a Bergamo. Prima un uomo di 71 anni, una donna di 54. Poi un 50enne e una 60enne. Al presidio medico avanzato di via Lunga, si torna a vivere quelle emozioni conosciute nell’ora più buia di Bergamo, in primavera, quando i posti letto negli ospedali non bastavano più, quando si doveva correre più veloci del virus, quando lutti e dolore solcavano le comunità. Da ieri, certo con delle differenze, l’ospedale da campo è di nuovo operativo. Poco dopo le 14 l’ambulanza col primo paziente è giunta nel parcheggio. Al momento, l’orizzonte indica un numero massimo di 48 posti di rianimazione, divisi in agili moduli: due moduli da 12 posti letto saranno gestiti dal Papa Giovanni, altri due moduli da 12 posti dagli Spedali Civili di Brescia. La collaborazione è ampia: nel modulo che fa capo all’ospedale cittadino lavorerà anche personale proveniente dall’Asst Bergamo Est, dagli Istituti ospedalieri bergamaschi del Gruppo San Donato, dalla Poliambulanza di Brescia; la sinergia riguarderà anche gli altri moduli, personale arriverà anche da Mantova. In particolare, il Papa Giovanni mette a disposizione 9 medici anestesisti e 24 infermieri e operatori di supporto, tecnici di radiologia, fisioterapisti, farmacia. Lo sguardo è adesso rivolto all'imminente futuro. L’onda dei contagi, non si ferma, per questo la riflessione si fa accorata. Servono misure rapide per fare in modo che questi posti letti, il sacrificio del personale e lo sforzo organizzativo di tutta la sanità abbia un senso.

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