SENZA CENONE SI PERDONO 5 MILIARDI

Il covid ha già fatto scendere la spesa alimentare ai minimi storici da dieci anni a questa parte. Ed ora una nuova spada di Damocle pende sulle feste di Natale che rischiano di essere senza cenoni e senza pranzi in famiglia. Il periodo natalizio senza pranzi e cenoni costerebbe 5 miliardi di euro. La stima è di Coldiretti e si basa sulle spese dell scorso anni degli italiani per imbaride le tradizioni tavole delle feste di natale e fine anno in casa o fuori A pesare sul Natale oltre al rischio di lockdown per ristoranti e locali pubblici sono – sottolinea la Coldiretti – soprattutto il divieto alle feste private e ai tradizionali veglioni ma anche i limiti posti agli spostamenti, dal coprifuoco e l’invito a non ricevere in casa persone non conviventi. Le previsioni sull’andamento del contagio – precisa la Coldiretti - preoccupano anche per i divieti posti alla gran parte degli eventi tradizionali che segnano la fine dell’anno a partire da sagre, feste paesane e mercatini natalizi che sono momenti importanti per l’acquisto di regali enogastronomici, i piu’ apprezzati dagli italiani. Il crollo delle spese di fine anno a tavola e sotto l’albero rischiano di dare il colpo di grazia ai consumi alimentari degli italiani che nell’intero 2020 secondo fanno segnare un crollo storico del 12% con una perdita secca di 30 miliardi di euro, secondo le elaborazioni Coldiretti su dati Ismea. Si tratta del peggior risultato del decennio per effetto della paralisi del canale della ristorazione che non viene compensato dal leggero aumento della spesa nel carrello delle famiglie. A pesare – continua la Coldiretti – sono i limiti e le chiusure ma anche lo smart working con il taglio delle pause pranzo, il crollo del turismo, soprattutto straniero. Una situazione che – continua la Coldiretti – sta rivoluzionando anche gli equilibri all’interno delle filiere produttive che pesa sulla vendita di molti prodotti agroalimentari, dal vino alla birra, dalla carne al pesce, dalla frutta alla verdura ma anche su salumi e formaggi di alta qualità che – sottolinea la Coldiretti – trovano nel consumo fuori casa un importante mercato di sbocco.

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