RISTORANTI, CHE NATALE SARA’?

I ristoranti pensano al Natale ma non lo organizzano perché ormai vivono giorno per giorno. Stanno ideando menù di Natale da asporto come hanno fatto a Pasqua nell’eventualità di restare chiusi e sperano che la chiusura dettata da questo secondo lockdown possa servire a migliorare la situazione tanto da portare alla riapertura sotto le feste, ma hanno imparato a non nutrire troppe speranze e a prepararsi al peggio. Anche se il lockdown dovesse allentare la presa, permettendo a categorie considerate più a rischio come i ristoratori di riaprire, è difficile pensare che il Natale così come il Capodanno possano svolgersi come gli altri anni. A tavola infatti potrà riunirsi solo lo stretto nucleo famigliare che convive nella stessa casa, a meno che sui tavoli di tutti i ristoranti davvero non compaiano divisorie di plexigrass o distanze significative non solo tra i tavoli, ma anche tra i commensali allo stesso tavole. Misure difficili da attuare. Il decreto Ristori Bis prevede contributi a fondo perduto per le attività costrette a chiudere, rinvio al 30 aprile del pagamento di Irpef e Irap e dell’Iva, un credito di imposta per contratti di locazione, la cancellazione della seconda rata dell’IMU. Misure che stanno già arrivando, che aiutano a ripagare le perdite solo se le perdite saranno contenute e questo dipende da quanto durerà il locldown.

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