IL MANIFESTO DEI RISTORATORI

I dati hanno dimostrato che le loro attività non hanno inciso in maniera preponderante sulla diffusione del contagio, non sono stati applicati in loro favore provvedimento ad hoc, ma nonostante tutto, sono destinati a restare chiusi almeno fino al prossimo 5 marzo. Il mondo dei ristoratori, esasperato dalle strette misure operate dal Governo, non ci sta. Privati non solo del proprio ruolo economico, ma anche sociale, i titolari di attività poste sul territorio orobico hanno deciso di far sentire la propria voce attraverso un manifesto. Stanziare, nell’immediato, un ristoro significativo; spostare a fine anno la scadenza della moratoria sui mutui antecedenti la pandemia; raddoppiare il periodo dei mutui concessi con lo Stato a fare da garante; concedere i ristori anche alle imprese con fatturato superiore ai 5 milioni; riapertura delle attività con una programmazione a lungo termine; ma anche sgravi, mantenimento dei crediti d’imposta, e allungamento della cassa integrazione: questo il documento stilato da Confcommercio e Confesercenti Bergamo che, in otto richieste, stigmatizza le necessità di un’intera categoria

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