IL LAVORO NON SI FERMA

In provincia di Bergamo sono aperte a regime ridotto attualmente il 68% delle aziende del settore metalmeccanico, della gomma, chimico e farmaceutico. Molte di queste appartengono alla filiera dei prodotti essenziali e altre hanno spedito l'autocerficazione al Prefetto, come previsto dal Governo, per certificare il loro legame con tale filiera e riprendere quindi l'attività seppur a organici ridotti. Così centinaia di imprese in questi giorni hanno così ripreso a funzionare con i sindacati che hanno verificato la presenza di condizioni di sicurezza e in caso contrario, hanno concordato con le aziende la riapertura tra una settimana, com accaduto in SMST e con il Gruppo Brembo, oppure per una riapertura graduale solo con specifiche commesse e con lavoratori volontari come nella Tenaris. Un percorso di condivisione che non sarebbe stato possibile, scrivono i sindacati Fim, Fiom, e Uilm e Rsu aziendali, alla Lucchini Rs, azienda che nello stabilimento di Lovere produce materiale rotabile e sostiene di poter lavorare in considerazione del fatto che il trasporto è un servizio essenziale. I sindacati hanno chiesto all'azienda di lasciare aperto solo il magazzino che sarebbe sufficiente a garantire il servizio essenziale del trasporto ferroviario e di fare rientrare solo i lavoratori che se la sentivano di farlo, ma pare senza risposta da parte dell'azienda che riaprendo, denunciano i sindacati, mobiliterebbe sulle strade e in azienda centinaia di persone. Per questo i sindacati hanno proclamato lo sciopero ad oltranza per dare ai lavoratori che non se la sentono uno strumento per non rientrare al lavoro. Da parte sua la Lucchini, che ha donato 150 mila euro agli ospedali per sostenere la sanità in questo momento, ribadisce di essere stata tra le prime aziende a fermare la produzione ancora prima delle restrizioni del Governo e rassicura che la ripartenza avverrà con gradualità e nel rispetto di tutte le norme di sicurezza. Questo sabato ha ripreso, a passo ridotto, l’attività di acciaieria mentre da lunedì riprenderanno alcune produzioni ferroviarie di Lovere e poche altre attività produttive in Lucchini Mamé, a Cividate Camuno. Una scelta difficile – afferma l'azienda che denuncia l'ostruzionismo dei sindacati che con lo sciopero di 11 giorni, rendono impossibile all'azienda organizzare il lavoro indispensabile per garantire la continuità di fornitura ai settori strategici come quello ferroviario.

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