FATTURE FALSE, ARRESTATI 8 BRESCIANI
Un giro di fatture false, quindi per operazioni inesistenti, per quasi 57 mln di euro a cui si aggiungerebbe ach l'omessa dichiarazione dei proventi, il ricilcaggio e la ricettazione. Lo avrebbero scoperto i finanziari della Gurdia di Finanza di Sondrio che questo venerdì 18 dicembre, su richiesta del magistrato, al termine delle indagini preliminari, hanno arrestato 8 bresciani, amministratori di società nazionali ed estere, che secondo le accuse, ricorrevano a tecniche evasive per conseguire cospicui guadagni, che potessero poi essere reinvestiti nel circuito legale dell’economia. Sarebbero state utilizzate due società a responsabilità limitata con sede nella Provincia di Sondrio. In particolare a partire dall’inizio del 2016, una società con sede legale ed amministrativa a Teglio, di fatto fittizia, nel commercio all’ingrosso di materiali di recupero, di minerali e di metalli ferrosi. Successivamente, a partire dal 2018, l’associazione criminale si è servita con le stesse modalità di una seconda società di Chiuro, operante nello stesso settore. I proventi illeciti, prima di essere reimmessi nell’economia nazionale sono stati sistematicamente trasferiti all’estero per occultarne la provenienza, attraverso centinaia di bonifici internazionali su conti correnti croati, slovacchi e ungheresi intestati ad alcuni indagati, e verso i conti correnti riconducibili a due società di diritto ungherese, totalmente "vuote" ed inattive, di uno dei soci. La maggior parte dell’ingente liquidità confluita sui conti correnti esteri è stata reintrodotta, nel tempo, nel territorio nazionale, attraverso numerosi e frequenti viaggi in macchina oltreconfine, viaggi che di regola avevano come destinazione ultima l’abitazione del soggetto ritenuto il capo dell'associazione criminale, nonché custode e gestore del denaro contante. Le banconote – una volta reintrodotte in Italia – sono state in parte restituite alle società e ditte "clienti", destinatarie delle fatture per operazioni inesistenti, in parte utilizzate per il pagamento della merce fornita in nero; il profitto dell’associazione criminale è stato quantificato nel 10% dei 57 milioni di euro di fatture false. Per 4 delle persone coinvolte si sono aperte le porte del carcere mentre per altre 4 sono scattati i domiciliari. Durante l'esecuzione degli arresti sono stati rinvenuti e sottoposti a sequestro 100mila euro in contanti e carte di credito estere.
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