FORSE UNA NUOVA TESTIMONE NEL CASO BOZZOLI

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Secondo indiscrezioni emerse sul possibile memoriale che Giacomo Bozzoli intenderebbe inviare alla Procura, ci sarebbe una testimone austriaca in grado di scagionarlo. Bozzoli, lo ricordiamo, è in carcere a Bollate dopo la sentenza definitiva di ergastolo per l'uccisione dello zio Mario avvenuta la sera del 8 ottobre 2015 a Marcheno, quando, ormai secondo la sentenza dei tre gradi di giudizio, venne gettato nel forno dell'Azienda dal nipote con l'aiuto dell'operaio Giuseppe Ghirardini, trovato poi cadavere sotto un abete alle Case di Viso in alta Valcamonica domenica 18 ottobre, con una capsula di cianuro nello stomaco. La testimone potrebbe essere utile a Bozzoli per smentire il fatto che sia stato lui a portare il denaro dall'Austria, in tutto 4.400 euro in contanti, emessi da una banca austriaca e al tempo trovati a casa di Giuseppe Ghirardini, che, secondo la sentenza del tribunale, sarebbe stato complice di Bozzoli, in quanto addetto al forno grande della fonderia. L'ipotesi del suo suicidio è sempre stata respinta con forza dai familiari. Per la Procura quello che avvenne 10 giorni prima, l'8 ottobre 2015, sarebbe ormai appurato: Giacomo avrebbe aggredito lo zio vicino ai forni, salvo poi affidare il corpo a Ghirardini, il quale “dietro compenso” l'avrebbe gettato nel forno. Quasi un decennio dopo, Giacomo Bozzoli è stato riconosciuto colpevole e condannato all'ergastolo in via definitiva. Da venerdì 12 luglio si trova nel carcere di Bollate: a breve potrebbe incontrare i suoi familiari, la compagna e il figlio. Presto potrebbe essere anche interrogato in merito ai presunti complici che potrebbero averlo aiutato durante la sua latitanza. Ma ijn queste ore i legali di Bozzoli fanno sapere che il 39enne è sotto choc e non sarebbe in grado di sostenere un interrogatorio. Un interrogativo che si pongono in molti è perché la presunta “super-testimone” austriaca sia comparsa solo ora, a quasi dieci anni dalla morte violenta di Mario Bozzoli e, soprattutto, dopo già due condanne, in assise ed in appello, di Giacomo all'ergastolo, con quella definitiva e inappellabile della Cassazione dello scorso martedì 2 luglio. Da quel momento di Giacomo si sono per se le tracce per 10 giorni, fino al suo ritrovamento nascosto nella sua Villa di Soiano al Lago. Dopo 7 ore a Canton Mombello, è stato trasferito al carcere di Bollate. Bozzoli si è sempre proclamato innocente: ma il suo caso è stato passato al vaglio da un Pm, un Gip, otto giudici della corte d'Assise di primo grado, altri otto per l'appello e infine cinque giudici della Cassazione. 23 giudici, in sostanza, hanno convenuto che le prove a suo carico erano sufficienti per stabilirne la colpevolezza «oltre ogni ragionevole dubbio». Ora Bozzoli ha ancora diritto a chiedere la revisione del processo ma solo se riesce a far emergere nuove prove che non sono state esaminate nei tre gradi del giudizio. Una di queste potrebbe essere la testimonianza della donna austriaca, commerciante di materiali ferrosi,

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