INCHIESTA BIS PER OMICIDIO BOZZOLI

Giacomo Bozzoli, già condannato all'ergastolo anche in appello per l'omicidio della zio Mario, avvenuto la sera del 8 ottobre 2015 nella Fonderia di Marcheno, nella quale lui, il fratello ed il padre Adelio erano soci con lo zio, secondo gli inquirenti, non avrebbe agito da solo, ma si sarebbe avvalso della complicità dell'ex operaio Oscar Maggi, 47enne, indagato insieme con Akwasi “Abu” Aboagye e Alex Bozzoli, fratello di Giacomo, in un altro filone della vicenda giuridica, scaturito dopo che la Corte d’Assise di Brescia ha disposto la trasmissione di copia degli atti al pm «per le valutazioni di competenza con riferimento ai delitti di concorso nei reati di omicidio volontario e distruzione di cadavere relativamente a Maggi Oscar, di favoreggiamento personale relativamente ad Akwasi Aboagye Akwasi, di falsa testimonianza relativamente a Alex Bozzoli». Maggi era già stato iscritto nel registro degli indagati a dicembre del 2015, due mesi dopo la sparizione di Mario Bozzoli, titolare della fonderia di famiglia, insieme con “Abu” , Giacomo e Alex Bozzoli. Successivamente, ad eccezione di Giacomo Bozzoli, le altre posizioni vennero archiviate.A Maggi era stata chiesta ragione della fiammata anomala del forno fusorio, secondo gli inquirenti il momento in cui il cadavere di Mario Bozzoli venne fatto sparire dopo l’omicidio, consumato in azienda, e aveva riferito di non avere percepito un odore diverso da quelli solitamente presenti (ovvero combustione di un corpo). Mentre sulle intercettazioni tra lui e “Abu” in cui rimarcava la necessità di recarsi da Giuseppe Ghirardini, operaio della fonderia di Marcheno che venne trovato morto sotto un abete alla Case di Viso sopra Ponte di Legno, due settimane dopo la sparizione di Bozzoli, con una capsula di cianuro nello stomaco, aveva spiegato che il confronto sarebbe servito per assicurarsi che Ghirardini non dicesse “bugie” sull’accaduto, coinvolgendoli, affermando anche “di non avere nulla da nascondere” e che la sua presenza in fonderia era dovuta al fatto che, in quel momento, era in turno di lavoro. Dunque, per la Procura di Brescia, Giacomo Bozzoli non avrebbe agito da solo: a concorrere al delitto e distruzione del cadavere del contitolare della fonderia di famiglia sarebbe stato l’operaio Oscar Maggi che, dopo la notifica delle indagini a suo carico, ora rischia il rinvio a processo. Maggi ora ha tempo 45 giorni per depositare una memoria difensiva o per farsi ascoltare dai giudici.

Commenti

Nessun commento è stato ancora pubblicato.
Condividi la tua opinione qui sotto!

Lascia un commento

* Tutti i campi contrassegnati sono obbligatori