ERGASTOLO CONFERMATO PER GIACOMO BOZZOLI
Dopo sette ore di camera di consiglio, la Corte d’assise d’appello di Brescia ha confermato la condanna all’ergastolo per Giacomo Bozzoli, ritenuto l’omicida di suo zio Mario, l’imprenditore di Marcheno scomparso l’8 ottobre 2015 nella sua fonderia. La Procura aveva chiesto la conferma della condanna all'ergastolo comminata a Bozzoli il 30 settembre 2022 in primo grado, mentre la difesa aveva chiesto l’assoluzione. Al termine dell'udienza, dopo che l'accusa, la difesa e le parti civili hanno esposto le proprie tesi, l'imputato ha rilasciato alcune dichiarazioni spontanee ribadendo di non aver commesso alcun reato. L’imputato non era presente alla lettura della sentenza avendo preferito aspettare a casa il verdetto: si è appreso che Giacomo Bozzoli ha telefonato al suo avvocato chiedendogli se era ancora libero oppure no. L'avvocato gli avrebbe risposto che si andrà avanti fino al terzo grado di giudizio, in Cassazione. Secondo la condanna di primo grado, confermata anche in appello, Giacomo Bozzoli avrebbe ucciso lo zio gettandolo nel forno della fonderia la sera di mercoledì 9 ottobre 2015, presumibilmente tra le 19.13, dopo la telefonata fatta alla moglie Irene Zubani, dove le confermava che stava partendo dalla ditta per rientrare a casa a cena, e le 19.30, lasso di tempo ricostruito dagli inquirenti, legata ad una fumata anomala dia forni in azione a oltre 800 gradi centigradi ed ai riscontri incrociati con alcuni testimoni presenti in fabbrica, oltre alle telecamere di videosorveglianza ed alle celle dei cellulari. Nella fonderia di Marcheno gli inquirenti ed i periti della Procura avevano lavorato a lungo cercando reperti e soprattutto prove materiali di presenze biologiche nelle ceneri del forno. Altre prove incrociate erano state effettuate su testimonianze, videoriprese, intercettazioni telefoniche. Il sostituto procuratore Domenico Chiaro, al termine del dibattimento in appello, ha chiesto la conferma dell'ergastolo per l'omicidio di Mario Bozzoli e per l'occultamente del suo cadavere, mentre la difesa che contro tale sentenza aveva fatto ricorso in appello, ha chiesto di nuovo l'assoluzione. A sostegno della difesa, 'avvocato Luigi Frattini ha sostenuto fermamente la mancanza di prove certe, di un corpo, i tanti misteri attorno alla morte di Giuseppe Ghirardini, l'addetto ai forni che la sera della scomparsa di Mario Bozzoli era presente in azienda e che è stato trovato cadavere domenica 14 ottobre alle 12.45 sotto un abete alle Case di Viso in alta Vallecamonica, ucciso da un'esca al cianuro. Nei due giorni prima della scomparsa – ha fatto notare l'avvocato ipotizzando un diverbio tra i due – Mario Bozzoli avrebbe chiamato 12 volte Ghirardini. Il Tribunale ha confermato però l'ergastolo per Giacomo Bozzoli. Soddisfatti la moglie di Mario Bozzoli, Irene Zubani, ed i due figli che hanno dichiarato che finalmente una parte di giustizia è stata fatta. Il padre di Giacomo Bossoli, Adelio, fratello di Mario, che fin dalle prime ore ha collaborato con gli inquirenti, invece non ha nascosto la sua disperazione.
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