ATTESA LA SENTENZA PER GIACOMO BOZZOLI
A quasi sette anni dalla scomparsa di Mario Bozzoli, il nipote Giacomo, accusato di omicidio e distruzione di cadavere, attende di conoscere il suo destino. Alle 20.03 di questo giovedì 29 ottobre i giudici della Corte d'Assise di Brescia si sono ritirati in Camera di Consiglio per scrivere la sentenza. Il processo, iniziato 22 mesi fa, nelle giornate di mercoledì 28 e giovedì 29 settembre è durato dieci ore, con interventi decisi da parte dell'accusa e della difesa. L'accusa sostiene che Mario Bozzoli, zio dell'imputato e scomparso dalla sua ditta di Marcheno la sera del 8 ottobre 2015 attorno alle 19.12, è stato ucciso oltre ogni ragionevole dubbio dal nipote Giacomo Bozzoli nel forno della fonderia: per lui dunque è stato chiesto l'ergastolo. La Difesa ha sempre sostenuto che Giacomo è persona incensurata che ha trascorso sette anni infernali e in assoluta mancanza di prove, chiedendone quindi l'assoluzione. L'accusa si è sempre basata sui movimenti di Mario Bozzoli quella sera nella sua fonderia, da cui non è mai stato visto uscire dalle tre telecamere posizionate in tre diversi punti. La sua auto era dove era stata parcheggiata, i suoi vestiti erano nello spogliatoio, mentre la difesa sostiene che Mario doveva uscire dall'azienda per incontrare qualcuno, probabilmente una donna. L'accusa si basa ancora sugli spostamenti di Giacomo Bozzoli all'interno della fonderia la sera del 8 ottobre 2015, quando tra le 19.10 e le 19.16 c'è un buco negli spostamenti di Giacomo, che ricompare alle 19.24 quando prova a chiamare la compagna Antonella Colossi, con cui riesce a parlare alle 19.30. Ripreso dalle telecamere, esce alle 19.33 e rientra alle 19.43, per poi uscire definitivamente alle 19.55. È l'unico tra i presenti di cui si perdono le tracce nei momenti cruciali in cui sparisce anche Mario Bozzoli. L'unico che manca all'appello, pertanto, è Giacomo. Se il corpo fosse stato introdotto nella parte superiore del forno e se poi fossero introdotti rottami il forno sarebbe scoppiato. Diversi consulenti anche dell'accusa e della Corte d'Assiste hanno concluso per l'assenza di tracce biologiche di Mario Bozzoli nel forno, nel nastro trasportatore che conduce al suo ingresso, nell'impianto di aspirazione e anche nelle 700 tonnellate di scorie analizzate. Non è certo che il corpo sia finito nel forno, anzi è certo che non sia stato così. E' anche evidente che i rottami siano stati introdotti nel forno e che la fumata quindi non sia stata causata dall'introduzione di un corpo nel forno. Il sostituto Procuratore Bonfigli ha quindi concluso che Giacomo ha ucciso Mario Bozzoli e il corpo è stato distrutto nel forno di cui Giuseppe Ghirardini, operaio della Bozzoli, e trovato morto il 14 ottobre alle case di Viso con una fiala di cianuro nello stomaco) era il responsabile - ha detto il procuratore aggiunto Silvio Bonfigli -. Ghirardini si è tolto la vita schiacciato dal rimorso e perché temeva che sarebbero arrivati a lui. Quindi la Corte d'assise si è ritirata in camera di consiglio: la sentenza potrebbe arrivare già nella serata.
Commenti
Nessun commento è stato ancora pubblicato.
Condividi la tua opinione qui sotto!