BONOMELLI UCCISO CON UN FLACONE DI RIVOTRIL
Secondo il medico legale Matteo Marchesi che praticò l’autopsia sulla salma dell’imprenditore 80enne Angelo Bonomelli, rapinato e abbandonato in auto al freddo la sera del 7 novembre 2022, l’uomo fu ucciso a seguito della somministrazione di un intero flacone di Rivotril. Matteo Gherardi, 33 anni, alla sbarra insieme al padre Luigi Gherardi, alla compagna Jasmine Gervasoni e a Omar Poretti, aveva dichiarato di aver consegnato il farmaco all’amico, dicendogli di versarne qualche goccia nel caffè, al fine di stordirlo e rapinarlo per pagare un debito di gioco. Di tutt’altro avviso è il medico legale: “Il Rivotril in soluzione orale ha un volume di 25 milligrammi, che sono circa 250 gocce. Dall’analisi del sangue cadaverico sulla vittima si stima che gliene siano stati somministrati circa 28 milligrammi complessivamente, quindi un valore che si avvicina alla quantità di tutto il boccettino”. L’avvocato di parte civile, Raffaella Sonzogni, ha chiesto al medico legale se la tossicità del farmaco si può contrastare. Ovvero: Bonomelli poteva essere salvato? “Sì, finché non sopraggiunge l’evento letale si può intervenire in tre modi: con una lavanda gastrica, con il carbone attivato somministrato con un sondino o con un farmaco antagonista che contrasta l’azione delle benzodiazepine”. Quindi se i 4 imputati avessero allertato il 118 quando hanno visto che la vittima non riprendeva conoscenza, avrebbero potuto evitarle la morte. Sempre stando alle dichiarazioni del dottor Marchesi, Angelo Bonomelli sarebbe deceduto all’incirca 10 ore prima rispetto al momento in cui il suo cadavere è stato spostato dall’abitacolo della sua auto, all’interno del sacco autoptico. La prossima udienza è fissata per il 22 maggio, durante la quale inizierà la discussione.
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