OMICIDIO BONOMELLI: “SAPEVANO CHE POTEVA MORIRE”
Sarà la Corte d’assise a giudicare Matteo Gherardi, il padre Luigi Rodolfo Gherardi, la fidanzata Jasmine Gervasoni, e Omar Poretti, tutti e quattro imputati per la morte di Angelo Bonomelli, ritrovato senza vita a novembre 2022, in un parcheggio di Entratico. La difesa aveva chiesto di riqualificare il reato da omicidio volontario aggravato a morte in conseguenza di altro reato, il gup ha ritenuto che la questione meritasse un approfondimento in fase dibattimentale. Il 20 febbraio prossimo è prevista prima udienza per i quattro, che devono rispondere di omicidio volontario aggravato dai futili motivi, dall’uso di sostanze venefiche e per aver ucciso per commettere un altro reato: la rapina. La Procura contesta il dolo eventuale: non vi era intenzione di uccidere l’ottantenne, ma di intontirlo con il “Rivotril” per rapinarlo. Va però considerato che somministrando ad un uomo anziano tale sostanza si sono assunti il rischio che lo stesso potesse morire. Decaduta, invece, l’accusa di autoriciclaggio per aver rivenduto l’orologio della vittima a un “Compro oro”. Inizialmente gli inquirenti avevano pensato ad un malore, per poi scoprire invece che gli erano stati sottratti l’orologio d’oro, il telefonino e 120 euro. Secondo la ricostruzione dell’accusa i quattro che avevano incontrato Bonomelli al bar “Sintony”di Entratico con l’idea di poter rilanciare uno dei progetti.di Bonomelli. Matteo Gherardi si era presentato in quell’occasione come esperto informatico . Fu Poretti, secondo l’accusa, entrato in scena in un secondo momento, a versare il “Rivotril” nel tè dell’anziano. Quest’ultimo fu poi portato dai quattro nel parcheggio di Entratico, dove venne ritrovato morto il giorno dopo. Gli imputati si difendono dicendo di non averlo voluto uccidere, ma di averlo narcotizzato per portargli via il cellulare.
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